Da Il Gazzettino – 9 Ottobre 2013

TRIESTE – Pur contenuta nel programma elettorale della presidente della Regione Debora Serracchiani, la reintroduzione del reddito di cittadinanza non avverrà nell’immediato per mancanza di fondi adeguati. Modalità, tempi e requisiti per accedere all’assegno mensile, cancellato dall’Amministrazione Tondo, verranno valutati a tempo debito dalla maggioranza di centrosinistra ma, assicura il presidente della 6. Commissione Franco Codega (Pd), «prima o dopo il reddito di cittadinanza verrà ripristinato e riguarderà tutti coloro che versano in gravi situazioni economiche, italiani ma anche immigrati». La volontà della maggioranza in Consiglio regionale è quella di arrivare a primavera con una nuova legge organica sul welfare contenente, oltre al reddito di cittadinanza, altri interventi economici rivolti ai più bisognosi quali bonus bebè, assegni di studio e alloggi Ater per accedere ai quali « basterà essere residenti in regione – sottolinea Codega – senza vincoli temporali». L’esigenza immediata, intanto, è quella di mettere una croce definitiva, magari attraverso la legge omnibus che approderà in Aula a fine mese, sugli articoli 2 e 9 della legge regionale 16 del 2011 (meglio nota come welfare padano, varata nella scorsa legislatura) e dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale con sentenza del 16 luglio scorso. Due articoli che, mal digeriti all’epoca dal centrosinistra, imponevano nel loro complesso agli extracomunitari 5 anni di permanenza in Italia e 2 in Friuli Venezia Giulia per accedere ai servizi sociali erogati dai Comuni. «Vogliamo riempire il più presto possibile – conclude Codega – il vuoto che si viene a creare con la decadenza di questi due articoli che a loro volta rimediavano, per così dire, a misure precedenti ancora più restrittive con paletti da otto a dieci anni». Elisabetta Batic