Tpl: Pozzo (Pd), situazione Arriva Udine resta grave, Regione latita

Pubblicato il martedì 25 Lug 2023

25.07.23 «Da mesi in difficoltà e nonostante la mobilitazione del personale dello scorso marzo e di questi giorni, la situazione di Arriva Udine resta grave e senza risposte anche da parte della Regione». A denunciarlo è il consigliere regionale Massimiliano Pozzo (Pd) che attraverso un’interrogazione riporta in Consiglio regionale le problematiche relative ad Arriva Udine spa e del suo personale in questi giorni in sciopero.

«Sulla Regione pesa una parte della responsabilità vista la competenza sui trasporti e il dovere di vigilare sulla corretta applicazione del contratto di tpl che la Regione stessa ha sottoscritto con l’azienda Tpl Fvg, di cui Arriva fa parte. Mancanza di personale e di organizzazione del lavoro sono i nodi da sciogliere che i sindacati continuano a segnalare e che portano alle inevitabili criticità sul servizio con migliaia di corse saltate» afferma Pozzo.

«La situazione descritta dai sindacati, e già resa evidente dai fatti, è inaccettabile. Mancano le condizioni basilari di un’organizzazione che dovrebbe garantire ritmi e condizioni di lavoro accettabili. Grazie a un accesso agli atti fatto nella precedente legislatura da Mariagrazia Santoro abbiamo scoperto che ben 2.400 corse sono saltate nell’area udinese, delle quali 1.700 solo in città, da settembre a dicembre 2022, con turni estenuanti che durano anche 12 ore. Oggi la situazione non è affatto migliorata e la tendenza potrebbe essere rimasta la stessa, proprio per le reiterate difficoltà che abbiamo raccolto recentemente dai sindacati in questi giorni in sciopero: lavoratori costretti a turni sempre più prolungati e mal organizzati, in difficoltà a fruire delle ore di riposo, delle ferie, dei recuperi, e a vedere riconosciute le ore di lavoro straordinario effettuate, per altro a fronte di stipendi bassi e a mancanza di prospettive di miglioramento. Si parla di turni sempre più estesi, con dentro tempi di sosta spesso di svariate ore (pagati il 12% della retribuzione oraria lorda) con uno stipendio per i neoassunti di poco superiore ai 1200 euro. Paghe bassissime per lavoratori che lavorano 6 giorni su 7, e stanno ore sulle strade, con la responsabilità dell’utenza che hanno a bordo». Inoltre, continua Pozzo, «non risulterebbero assegnati i chilometri aggiuntivi previsti dal contratto, requisito che ha concorso a premiare Tpl Fvg scarl nell’aggiudicazione dell’appalto in particolare per quanto riguarda il territorio dell’ex provincia di Udine». «I primi a pagarne le conseguenze sulla propria pelle – conclude Pozzo – sono i lavoratori e con loro migliaia di pendolari, tra cui molti giovani studenti. Dalla Giunta Fedriga ci aspettiamo la presa in carico di un problema collettivo e la garanzia di un servizio pubblico, chiarendo innanzitutto la situazione sul rispetto del contratto, quali sono le corse che risultano non essere state effettuate nel corso del 2023 e se le sta pagando o se sta sanzionando la società per il disservizio».

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