Sanità: Santoro (Pd), senza presìdi ospedalieri solidi, anche Udine è a rischio

Pubblicato il martedì 07 Giu 2022

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07.06.22 «Dalle nefaste previsioni iniziali della riforma della sanità voluta dal centrodestra, agli atti aziendali di oggi, è calata definitivamente la scure sui presìdi ospedalieri territoriali. La dura lezione impartita dalla pandemia, ossia il necessario rafforzamento della sanità territoriale, non è servita a nulla: la giunta regionale sta indebolendo il sistema salute sui territori, buttando alle ortiche la rete costruita nella precedente legislatura e soprattutto senza capire che senza una base forte nei presidi ospedalieri, anche Udine è a rischio». Lo afferma la consigliera regionale Mariagrazia Santoro (Pd), componente della 3ª commissione Salute, commentando il documento attraverso il quale gli ex primari degli ospedali del territorio dell’AsuFc denunciano «preoccupazione» per i contenuti dell’atto aziendale dell’Asufc sull’assistenza ospedaliera.

Nei giorni scorsi, continua Santoro, «attraverso la risposta a una nostra interrogazione, è emerso come il problema della carenza di personale sanitario sia completamente sfuggito di mano, con tutte le dirette conseguenze sui servizi di cura offerti ai cittadini. Le questioni che finora toccavano in particolare gli ospedali di rete, ora stanno arrivando anche nell’ospedale di Udine, dove in reparti come quello materno infantile si registrano gravi criticità per le quali non esistono risposte in tempi accettabili: tutto rinviato al futuro e i problemi restano. Ora, dopo un lungo periodo di attesa, l’atto aziendale dell’AsuFc sancisce l’impoverimento dei presìdi ospedalieri, con un nulla di fatto dopo le roboanti promesse per Gemona e Cividale, e apre le porte a una crisi per l’ospedale hub».

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