Sanità: Conficoni (Pd), servizi carenti ma cdx penalizza ancora Pordenone su risorse

Pubblicato il mercoledì 15 Feb 2023

15.02.23 «Penalizzata ancora una volta nell’assegnazione delle risorse rispetto agli altri territori, tra chiusure di servizi sui territori e liste di attesa fuori controllo che costringono i cittadini a pagare visite ed esami, la sanità del Friuli Occidentale negli ultimi cinque anni ha toccato il fondo. A pagare il conto di questo svilimento, oltre al personale allo stremo, sono i cittadini, con uno stanziamento pro capite in continua discesa rispetto alla media regionale e con servizi sempre più carenti nonostante lo sforzo di medici e operatori». Lo afferma il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd) commentando il riparto dei fondi stabilito dalle Linee di gestione del servizio sanitario regionale approvate dalla Giunta Fedriga.

«Cinque anni fa Fedriga e Riccardi avevano promesso di migliorare la situazione che invece è decisamente peggiorata anche in seguito ad alcune penalizzanti decisioni politiche come la nomina di Polimeni, il taglio lineare alla spesa per il personale e il riparto delle risorse, in calo per il secondo anno di fila a dispetto delle conclamate criticità. Seppure i fondi complessivamente messi a disposizione delle tre aziende sanitarie territoriali aumentino di 16 milioni di euro rispetto allo scorso anno (da 2,155 a 2,171 miliardi, contro i 2.133 del 2021), quelle inizialmente assegnate all’Asfo diminuiscono di 628mila euro (da 497,6 a 497, contro i 499 del 2021). Poiché, a differenza delle altre realtà, nella Destra Tagliamento la popolazione pesata è cresciuta (seppure di poco), analizzando il riparto pro capite il divario si allarga ulteriormente: Asfo, infatti, scende da 1.455 a 1.447 euro per cittadino, mentre Asufc aumenta da 1.591 a 1.611 e Asugi da 1.585 a 1.600» afferma Conficoni. Analizzando l’evoluzione dal 2021 al 2023 la forbice si allarga ulteriormente perché i minori fondi assegnati all’Asfo rispetto alla media regionale aumentano da 72 a 120 euro a testa. Con questo atteggiamento difficilmente si potranno risollevare le sorti della sanità pordenonese, che presenta molti servizi in sofferenza e richiede un urgente investimento nelle risorse umane. Purtroppo, però, il centrodestra non solo penalizza Pordenone nel riparto dei fondi ma, più in generale, preferisce spingere il privato che assume il personale in fuga da ospedali e presidi territoriali, indebolendoli ulteriormente. Una spirale perversa che mette a rischio il diritto universale alla salute. Di qui la necessità di un cambio di rotta per rilanciare la sanità pubblica»

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Nicola Conficoni

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