Sanità: Conficoni (Pd), fuga dal pubblico in Friuli Occidentale, dimessi quasi 800 tra medici e infermieri

Pubblicato il giovedì 02 Mar 2023

TRIESTE 02.03.23 «Negli ultimi cinque anni l’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale ha perso quasi 800 dipendenti per dimissioni volontarie. Una vera e propria fuga di massa che attesta le difficoltà della sanità pubblica pordenonese, penalizzata da scelte politiche e tecniche a tal punto da far allontanare sia professionisti esausti ed esasperati dalle condizioni di lavoro, sia i cittadini, sfiniti da insostenibili tempi di attesa e costretti a rivolgersi al privato per visite ed esami a pagamento». A denunciarlo è il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd), che a seguito di un interrogazione alla giunta regionale ha fatto emergere il numero esatto di dimissioni volontarie di operatori sanitari dall’Asfo, dal 2018 al 2022.

«I dati forniti dalla direzione centrale Salute della Regione Fvg nella risposta all’interrogazione, sono agghiaccianti: dal 2018 al 2022 le dimissioni volontarie sono state in totale 794, di cui 193 medici. Certo non ci si aspettava qualcosa di troppo diverso da quanto emerso, ma questo dato conferma le colpe di Fedriga e Riccardi, che hanno tradito la promessa di migliorare i servizi, peggiorati non solo a causa del covid ma anche di alcune loro decisioni come la nomina di Polimeni e gli iniqui riparti di fondi nonché da una fallimentare politica del personale. Certo la formazione di nuovi medici e infermieri richiede del tempo, ma trattenere quelli già in servizio era un dovere che la Giunta Fedriga non ha evidentemente perseguito, più impegnata ad aprire autostrade verso gli operatori sanitari privati che assumono i dipendenti in uscita dagli ospedali». E ancora, continua Conficoni, «gli ingenti fondi pagati ai privati veneti per le prestazioni erogate ai cittadini del Friuli Venezia Giulia, non vanno destinati ai privati friulani ma investiti per rafforzare la sanità pubblica. La valorizzazione del personale – conclude Conficoni – deve essere in cima alla lista delle cose da fare sia per rilanciare i presidi attuali sia per evitare che le nuove strutture previste dal Pnrr restino scatole vuote».

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Nicola Conficoni

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