Sanità: Conficoni (Pd), dopo i tagli di Fedriga, via il tetto alla spesa per il personale

Pubblicato il mercoledì 05 Lug 2023

05.07.23 «Il nodo principale della sanità resta la situazione critica del personale e la narrazione fatta dalla Giunta sul suo impegno a riguardo non è reale». Lo denuncia il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd), primo firmatario di una mozione, sottoscritta da tutto il gruppo del Pd, attraverso la quale si chiede l’impegno del presidente della Regione Fvg e della Giunta regionale ad “adottare politiche del personale del Ssr dal carattere espansivo, sia sfruttando appieno i margini di manovra concessi dalla recente sentenza n. 124/2023 della Corte costituzionale, sia facendo quanto in proprio potere per eliminare il tetto alla spesa per il personale sanitario”.

«Il Friuli Venezia Giulia – afferma Conficoni – non solo negli ultimi anni ha applicato il tetto alla spesa per il personale sanitario confermato nel 2019 dal decreto Calabria, che pure riconosceva l’autonomia finanziaria delle Regioni a statuto speciale, ma ha anche rinunciato alla possibilità di aumentarlo fino al 15% dell’incremento del fondo sanitario regionale rispetto all’esercizio precedente, come pure avrebbe potuto. Una importante opportunità nascosta nei documenti di programmazione regionale. Quel che è peggio, comunque, è che nel 2021 la spesa per il personale si fermata molto al di sotto del tetto autolimitato. Due anni fa, infatti, il risparmio certificato dai rendiconti è stato di 26,3 milioni per la Giunta e addirittura di 31 milioni per la Corte dei Conti. Non è vero, dunque, che è stato fatto tutto il possibile per potenziare gli organici, depauperati dalla consistente fuga di ben 1.530 dipendenti in tre anni che non siamo riusciti a trattenere. Ora la sentenza della Corte costituzionale sul salario accessorio amplia i margini di manovra, ma va tolto anche il tetto di spesa complessivo per il personale. E’ fondamentale che la Regione agisca in questo senso perché investire nelle risorse umane è fondamentale per salvare la sanità pubblica».

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