Trieste, 28.05.25 – «I numeri del referto della Corte dei conti sono la cifra del fallimento di chi governa la Regione da ormai sette anni. Fedriga vanta il bilancio più ricco di sempre, eppure nonostante i soldi non manchino siamo difronte a una grave carenza di personale, rilevata dalla Corte, che ostacola l’operatività del Pnrr. Dopo aver ignorato per anni le nostre sollecitazioni, aggravando con la loro colpevole inerzia la situazione, Fedriga e la sua Giunta solo ora si stanno muovendo con un ritardo che mette a rischio il necessario potenziamento dell’assistenza territoriale». Lo affermano il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd) e il responsabile Sanità del Pd Fvg, Nicola Delli Quadri, commentando il referto della Corte dei conti sullo stato di attuazione della riforma dell’assistenza territoriale nella prospettiva Pnrr.
«Mancano 181 medici di medicina generale, 198 medici di continuità assistenziale, 233 infermieri, 107 oss e 118 professionisti della riabilitazione da reclutare entro metà 2026 per garantire l’operatività delle nuove strutture previste dal Pnrr. Su questi dati, e non solo, sono arrivate le bacchettate della Corte che rimprovera la Regione anche per la difficoltà riscontrata nel reperire informazioni fondamentali sul personale e la spinge a superare la persistente carenza che mette a rischio la riforma, approntando i necessari rimedi. L’incapacità strutturale nel fornire dati omogenei, aggiornati e verificabili, denunciata dalla magistratura contabile, non può che generare una forte preoccupazione». Secondo Conficoni e Delli Quadri «si tratta di elementi che dovrebbero essere già nella costante disponibilità della Regione, in quanto costituiscono il presupposto di attività di gestione e programmazione. Questo deficit organizzativo aggrava tutti i ritardi nel reclutamento del personale, nella realizzazione degli interventi, nella nomenclatura, perché complica la possibilità di attuare piani efficaci e di elaborare le risposte alle esigenze. Se l’assessore Riccardi non avesse assistito passivamente alle dimissioni volontarie di 2.600 professionisti in 5 anni prima di inseguire le nostre proposte sugli incentivi volti a fermare la fuga di personale, il deficit da recuperare sarebbe sicuramente inferiore».