Salute: Moretti-Conficoni (Pd), deriva verso privato “contagia” anche dg Asfo

Pubblicato il giovedì 16 Mag 2024

 

TRIESTE 16.05.24 «La deriva verso la sanità privata a discapito di quella pubblica si fa sempre più preoccupante e accanto all’atteggiamento di chi guida politicamente il comparto si aggiunge ora quello dei dirigenti, in particolare del direttore generale dell’Asfo, presente alla cerimonia di inaugurazione del nuovo mammografo al “Centro di medicina srl”». Lo affermano il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti e il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd).

«Dopo le prese di posizione del Pd pordenonese, di Alleanza verdi sinistra e Sinistra italiana volte a ipotizzare un piano di corteggiamento del privato a discapito del servizio sanitario pubblico e dopo le richieste di chiarimento da parte del Comitato salute pubblica bene comune di Pordenone si affaccia un nuovo problema per il direttore generale, causa la foto galeotta che lo vede tagliare il nastro tricolore» sostengono Moretti e Conficoni.

«Nella fase più delicata della gara d’appalto indetta da Asfo per l’affidamento del “Servizio per l’esecuzione/refertazione di prestazioni radiologiche ed ecografiche comprensivo della fornitura delle apparecchiature radiologiche, dei lavori e servizi correlati” – sostengono i due consiglieri regionali dem – appare del tutto inopportuna la presenza del direttore generale in una struttura privata che partecipa proprio a questa gara da ben 108 milioni di euro, a oggi ancora in fase di valutazione». Il bando di gara e capitolato, ricordano «furono pubblicati a inizio anno, ma allo scadere del tempo tecnico previsto per la presentazione delle offerte è giunta la prima “riapertura dei termini” che concedeva quindi un tempo maggiore per elaborare l’offerta di gara. Alla prima riapertura dei termini è seguita una seconda e quindi una terza proroga su istanza di un partecipante. Ecco che la presenza del direttore generale proprio al “Centro di medicina srl”, soggetto che partecipa alla gara, appare fuori luogo: sia perché si tratta di una tecnologia già presente in tutte le strutture pubbliche, e sottoutilizzata, sia perché si tratta di centro a pagamento. L’assessore Riccardi – concludono – non può tacere o restare inerme di fronte a tale situazione estremamente seria».

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