Trieste 30.09.25 – «Il Fvg, grazie al centrodestra, resta fermo alla retorica, alle chiusure ideologiche anche difronte a diritti fondamentali che riguardano bambini la cui unica “colpa” è di essere nati in territorio italiano da due genitori irregolari. Potevamo dare un segnale politico a Roma per ripristinare una norma di civiltà e far uscire dall’invisibilità bambini che non risultando nemmeno mai nati, non hanno nemmeno i diritti fondamentali». Lo affermano i consiglieri regionali Laura Fasiolo, Manuela Celotti e Massimiliano Pozzo (Pd), intervenuti oggi in Aula nel dibattito sulla proposta di legge nazionale 2 che chiedeva di modificare l’articolo 6 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), in materia di obbligo di esibizione dei documenti di soggiorno.
Secondo la consigliera Fasiolo, «ripristinare i diritti eliminati dal cosiddetto “pacchetto sicurezza” era un passaggio fondamentale per superare la coltre di retorica che copre i temi dell’immigrazione. Su questi temi andrebbe trovata una trasversalità proprio per superare l’indifferenza in cui la nostra società sta precipitando, un’indifferenza che si sta tramutando sempre più in un male che affligge le nostre comunità». Far pagare carenze normative a dei bambini solo perché nati da genitori stranieri privi di permesso di soggiorno è quantomeno incivile. Significa ridurli a persone “giuridicamente inesistenti” e privi di qualsiasi garanzia di esercizio di diritti. Parlare poi di bambini ignorando gli articoli 10 e 22 della Costituzione e la Convenzione sui Diritti del fanciullo è espressione di una grave carenza culturale e in particolare di umanità, oltre che di arretratezza di un potere legislativo che così si esprima».
Per la consigliera Celotti «è da stigmatizzare l’atteggiamento della Lega che con il suo capogruppo banalizza a tal punto da prescindere da norme fondamentali, passando sopra alla Costituzione o alla Convenzione sui Diritti del fanciullo. Dopo sette anni di governo regionale e 3 di nazionale non è cambiato nulla in tema di migranti. È rimasta solo la propaganda che oggi la destra ha scelto di confermare». La norma proposta oggi, continua Celotti, «rappresenta una sensibilità che in questa regione esiste ed è radicata. Esiste una comunità che chiede da tempo alla politica di cambiare l’indirizzo introdotto dal pacchetto sicurezza del 2009. La modifica era semplice e avrebbe permesso di fare un passo di civiltà al nostro Paese dando un segnale forte e chiaro alla politica nazionale».
Il consigliere Pozzo sottolinea che «basterebbe sentire, per esempio, i referenti della formazione degli ufficiali di Stato civile dei nostri Comuni (ne abbiamo altamente qualificati anche in regione) per verificare concretamente che gli ufficiali di stato civile seguono la circolare del ministero dell’interno n.19 del 2009 e non chiedono il permesso di soggiorno nel momento della dichiarazione di nascita. Il problema si pone in quanto può accadere che, erroneamente, venga chiesta quella documentazione. Per questo, la proposta di legge nazionale favorirebbe, ripristinando la normativa sul punto, un’applicazione omogenea e rafforzerebbe la salvaguardia dei diritti dei neonati i quali, giova ricordare, hanno una tutela superiore».