GABROVEC: La Regione deve risarcire i danni provocati all’agricoltura dalla fauna selvatica

La fauna selvatica è proprietà dello Stato ed è quindi quest’ultimo a dover rispondere dei danni arrecati.

Gli incidenti ed i danni provocati dalla fauna selvatica sono noti ormai da lungo tempo. Le produzioni agricole, specialmente quelle di alto pregio nelle provincie di Trieste e Gorizia, si trovano sempre più colpite da cinghiali e cervi, negli ultimi anni moltiplicatisi a dismisura. Oltre ai danni diretti all’economia del settore primario la proliferazione incontrollata degli ungulati rappresenta anche un serio pericolo per la sicurezza e la salute pubblica. Queste problematiche sono state già sollevate negli anni passati più volte in Consiglio regionale dall’esponente della Slovenska skupnost Igor Gabrovec. Quest’ultimo non perde anche occasione di ribadire che le poche misure messe in atto sinora sono risultate, purtroppo, completamente inadeguate. Ma c’è di più. Oltre ai danni diretti vi è, per gli imprenditori agricoli, anche odore di beffa –  scrive Gabrovec nella sua ultima interrogazione alla quale verrà fornita risposta immediata nella prossima seduta d’Aula.

Nelle premesse dell’interrogazione rivolta alla presidente della regione il consigliere Gabrovec, infatti, spiega che dall’ottobre 2010 gli indennizzi dei danni provocati dalla fauna selvatica all’agricoltura sono sciaguratamente subordinati alla regola del “de minimis”, che, interpretando in maniera restrittiva la normativa europea, fissa per gli imprenditori agricoli il massimo degli aiuti pubblici a 7.500 € nell’arco di tre esercizi fiscali. Questo rende evidentemente inaccessibili le già ridicole misure di compensazione proprio per quanti vivono della produzione agricola.

»Sottolineo – scrive Gabrovec – che il risarcimento dei danni provocati è da ritenersi un mero indennizzo per il danno subito, e quindi non è un contributo! La fauna selvatica è proprietà dello Stato ed è quindi quest’ultimo a dover rispondere dei danni arrecati. Gli agricoltori non possono ne sparare ne porre trappole di alcun tipo. Oltre a ciò le norme paesaggistiche ed urbanistiche pongono precisi limiti anche alla posa di recinzioni. E tralasciamo i costi che comunque rappresenterebbero posto che la nostra agricoltura è costituita da un insieme di molti terreni spesso di piccolissime dimensioni. Chiedo pertanto alla Presidente della regione se non ritenga opportuno ed urgente intraprendere le azioni necessarie che portino al giusto indennizzo a chi si vede quotidianamente distrutti i frutti del proprio lavoro«