Ater: Moretti e Boem, con nuovo regolamento, uniformità dei requisiti in tutta la regione e forza ai territori

Rafforzato il principio di tutela per le donne vittime di violenza che avranno una riserva di alloggi nei nuovi bandi

TRIESTE (05.10.16). «Con il nuovo regolamento dell’Edilizia sovvenzionata si dà più forza ai territori e ai sindaci per la determinazione dei criteri dei futuri bandi per le case Ater». A dirlo sono il capogruppo del Pd, Diego Moretti e il presidente della IV commissione, Vittorino Boem a margine dell'approvazione del nuovo regolamento dell'Ater.
«In particolare – proseguono i due esponenti dem – il regolamento ribadisce il punteggio premiale per chi risiede da più tempo in regione, oltre al criterio minimo di residenza dei 24 mesi, introduce, tra le altre novità, il divieto di essere proprietari o usufruttuari di altra abitazione ovunque nel mondo, e non solo in Italia (come era precedentemente) e il criterio di precedenza a parità di punteggio di bisogno a chi è da più tempo in lista d’attesa per un alloggio di edilizia residenziale pubblica».
Inoltre, aggiungono Moretti e Boem,«è stato esplicitato e rafforzato il principio di tutela per le donne vittime di violenza che avranno una riserva di alloggi pari al 2 per cento nei nuovi bandi e anche un criterio specifico di bisogno che attribuirà un punteggio alle persone vittime di questa situazione».
Infine, concludono: «Per la prima volta nella nostra Regione ci avviamo a una gestione unitaria del sistema Ater, trattando in modo uguale sul territorio regionale le medesime situazioni e superando le disparità, da tutti sempre lamentate ma mai risolte, tra i vari territori. Si ribadisce e rafforza inoltre l’attenzione al ruolo dei sindaci che potranno, assieme alla Conferenza dei direttori, determinare i punteggi da attribuire ai singoli criteri di bisogno e a quello della residenzialità. Per la prima volta un unico organismo a livello regionale, con il “controllo” dei sindaci, determinerà le singole voci di punteggio rispetto alla attuale situazione in cui ogni Ater decideva in autonomia e senza confronto».