Le loro osservazioni presenti in emendamenti della maggioranza
TRIESTE (21.06.16). «Mi pare un attacco preventivo privo però di presupposti reali quello avanzato dalle associazioni di categoria degli industriali e degli artigiani su una norma con importanti aspetti innovativi, il più significativo dei quali riguarda la definizione in norma dell'iter di approvazione dei progetti con una significativa riduzione dei tempi».
A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Vittorino Boem, presidente della IV commissione, commentando le dichiarazioni di Confindustria Fvg, Confartigianato Fvg e Confapi Fvg in merito alla definizione della nuova legge sulle attività estrattive in discussione in Aula da domani, mercoledì 22 giugno.
«Come tali associazioni di categoria sanno, a seguito delle audizioni sono state presentate diverse osservazioni dagli stessi, osservazioni emerse anche a seguito dei tavoli specifici svolti in questi mesi, osservazioni non tutte esaminate in tempo utile per la commissione, ma come annunciato in tempo utile per l’Aula». La norma, ricorda Boem, inizierà il suo iter mercoledì pomeriggio. Infatti, spiega il consigliere dem, «sono stati depositati diversi emendamenti a firma della maggioranza in accordo con l’assessore Vito, che ulteriormente accolgono nella sostanza le richieste delle categorie. In primis la previsione che le aziende che raggiungano nel periodo transitorio fino all’emanazione del Prae la coltivazione del 80 per cento dell’autorizzato possono presentare domanda di ampliamento».
Inoltre, ricorda Boem, «fin da subito (dall’approvazione della norma) si potranno presentare domande di rinnovo delle concessioni in scadenza che non vedano esaurite le coltivazioni fino all’esaurimento dell’autorizzato stesso. Inoltre sarà possibile da subito presentare istanza di autorizzazione su cave dismesse e non ripristinate, che abbiano ancora possibilità di coltivazione».
Infine, conclude, «credo sarebbe stato utile, da parte delle categorie, altrettanta attenzione quando il sistema delle cave ha subito una deregolamentazione (dovuta anche all’assenza del Piano regionale), deregolamentazione che ha portato agli attuali squilibri dove alcuni hanno molto (qualche volta moltissimo) e altri hanno poco».







