Rilancio PN: Liva, mozione maggioranza per accelerare la ripresa a partire dal consorzio universitario

Pordenone, giovedì 5 marzo 2015 – I consiglieri respingono con forza ogni strumentalizzazione di decadimento della città e del territorio

PORDENONE (05.03.15).  I consiglieri regionali di maggioranza eletti nella provincia di Pordenone chiedono un’accelerazione nell’azione di sostegno del territorio, a partire dal polo universitario. E lo fanno attraverso una mozione che impegna la Giunta a riservare attenzione, in termini di perequazione delle risorse e delle opportunità, al territorio pordenonese e a sostenere, con le risorse finanziarie necessarie, il polo universitario di Pordenone. Un’azione congiunta tra Partito democratico e Cittadini che respingono con forza ogni strumentalizzazione di decadimento della città e del territorio. «Quella che abbiamo di fronte è una crisi economica e occupazionale durissima che colpisce il reddito e rischia di pregiudicare il futuro dei nostri giovani» afferma il consigliere regionale del Pd, Renzo Liva. «Ma al territorio pordenonese – continua – va la nostra fiducia, siamo certi della sua capacità di risollevarsi e ripartire grazie alle sue caratteristiche di laboriosità, imprenditorialità e creatività. Nonostante la Regione sia già intervenuta con rilevanti mezzi finanziari e normativi, come Rilancimpresa, e con un’intelligente gestione di gravi crisi industriali e occupazionali, è necessario porre ancora ulteriore attenzione riguardo a coerenti politiche di perequazione nei trasferimenti che questa Giunta regionale ha con coraggio intrapreso e che il Pordenonese deve, senza piagnistei ma con orgoglio progettualità e unità, rivendicare. In particolare e nell’immediato, espongono i consiglieri nella mozione, «è necessario sostenere con le risorse finanziarie necessarie, almeno il livello di sviluppo sinora raggiunto dal polo universitario di Pordenone. Attraverso il Consorzio e con un contributo coordinato di Regione e Rettorati degli Atenei di Udine e Trieste , crediamo si possa realizzare, non certo la duplicazione dei percorsi didattici, bensì una strategia organica dell'offerta formativa universitaria, capace di coniugare gli standard di qualità/sostenibilità con le opportunità offerte dai territori, privilegiando in tutti i casi la didattica frontale, fondata sul contatto diretto tra studente e docente, e solo in via integrativa programmando percorsi formativi in forma telematica».