Invecchiamento attivo: Bagatin, con la nuova legge, cambio culturale per dare valore agli anziani

In linea con la recente riforma sanitaria, il Consiglio regionale dà il via libera a un ulteriore cambiamento: la promozione della fascia di popolazione di ultrasessantacinquenni attraverso la nuova legge sull’invecchiamento attivo

TRIESTE. In linea con la recente riforma sanitaria, il Consiglio regionale dà il via libera a un ulteriore cambiamento: la promozione della fascia di popolazione di ultrasessantacinquenni attraverso la nuova legge sull’invecchiamento attivo. Il testo, che vede come prima firmataria la consigliera regionale Pd, Renata Bagatin, è stato approvato a larghissima maggioranza e, attraverso 13 articoli, prefigura un impegno che supera la visione assistenziale e sanitaria, per rafforzare le politiche sul versante del sostegno all'autonomia e dell'indipendenza personale attraverso forme di istruzione, nuova formazione, ampliamento delle conoscenze su percorsi di vita nell'età anziana.
Con oltre 380 mila anziani, infatti, il Friuli Venezia Giulia è la seconda regione in Italia, dopo la Liguria, per tasso di anzianità. Un dato al quale seguono una serie di criticità frequenti nella terza età come il fattore economico, con una media di 500 euro di pensione pro capite e problemi con l’inclusione sociale. Per questo, la consigliera regionale del Pd, Renata Bagatin ha portato in Aula la proposta di legge 57 “Promozione dell’invecchiamento attivo”. Gli ultrasessantenni sono 383mila sul territorio regionale: in provincia di Gorizia sono 45mila 665 su una popolazione di 141mila abitanti; in provincia di Pordenone sono 88mila 476 su 315mila abitanti; in provincia di Trieste 82mila su 237mila; in provincia di Udine sono 166mila 874 su una popolazione di 538mila persone.
«Si parte da una logica propria della riforma sanitaria, ossia mettere al centro la persona. Lo scopo è valorizzare la figura dell’anziano, che non deve essere considerato una peso, ma una risorsa proprio attraverso il suo invecchiamento attivo» commenta Bagatin. I soggetti attuatori di questa legge sono la Regione, i Comuni singolarmente o aggregati, le Ass, le scuole, i sindacati e le associazioni di volontariato. Per la prima volta vengono coinvolti sei assessorati, coordinati da quello alla Salute e Politiche sociali.
I temi fondamentali della legge sono:
La formazione. Attraverso le varie università della terza età e della libera età per sostenere formazione, aggiornamento e riqualificazione. «È necessario eliminare il gap tecnologico attraverso la conoscenza dei servizi della rete informatica e quindi insegnare l’uso dei computer, delle email, dei tablet e degli smartphone». Ma anche corsi di sicurezza domestica e stradale e infine, è importante promuovere stili di vita in contrasto alle dipendenze, come il gioco e l'alcol. Questo lo si fa promuovendo le associazioni di volontariato che hanno un ruolo importante nella società».
La promozione di iniziative turistiche e culturali;
La mobilità e il trasporto “sociale”, riconoscendo tariffe agevolate e servizi di trasporto da pianificare sul territorio;
L’educazione motoria e corretti stili di vita, quindi attività in connessione con i giovani;
Promozione del lavoro. La promozione e il trasferimento di competenze ai giovani in ambito lavorativo, in piccole imprese e artigiani. Cercare modalità graduali di uscita dal lavoro e in quest’ambito inserire il trasferimento delle competenze da una generazione all’altra.
«Il valore aggiunto di questa legge – commenta infine Bagatin – è il cambio culturale di mentalità: bisogna smettere di pensare che una persona non sia più utile dopo la sua uscita dal mondo del lavoro, ma anzi continui a essere una risorsa per le nuove generazioni e per l'intera società. Aiutare fa bene agli altri, ma soprattutto a se stessi».