Riforma enti locali: Martines, il percorso non subirà stop

Sindaci siano protagonisti per migliorare il testo

UDINE. «Il percorso della riforma degli enti locali non si può fermare con iniziative di parte o passerelle celebrative. Questo però non esclude ulteriori confronti, oltre a quelli già fatti, sia prima dell’approvazione della legge, sia successivamente per la fase dell’attuazione che avverrà nel 2015». Al consiglio provinciale di Udine, aperto ai sindaci friulani, per discutere sulla riforma che la Regione si appresta a votare a novembre, ribatte il consigliere regionale del Pd, Vincenzo Martines, presidente della V commissione che da tempo si sta occupando proprio del testo oggetto di critica dalla maggioranza che regge la Provincia di Udine. «In questi mesi la giunta ha lavorato molto anche ascoltando parte delle indicazioni e critiche arrivate dal territorio» assicura Martines.
«Questa – chiarisce – è una legge quadro e quindi sull’attuazione ci sarà spazio di intervento operativo e in questa fase verranno ascoltati ovviamente tutti i sindaci. È bene chiarire che sul testo che ora viene criticato c’è ancora tempo per interventi che lo rendano più chiaro, riducendo i dubbi degli amministratori locali». La riforma, continua, «non può fare a meno del protagonismo dei sindaci perché è a loro che verrà affidato il superamento delle Province». E proprio nel solco del coinvolgimento, Martines fa sapere che proprio la prossima settimana, sono previsti due giorni di audizioni in V commissione, dove verranno ascoltati i rappresentanti delle Province e dei Comuni.
Ancora, prosegue Martines, «tra le inesattezze che vengono raccontate, relativamente alla figura del direttore, la legge predilige in prima battuta un dirigente del comparto unico, quindi nessun soggetto esterno dei dirigenti del settore pubblico regionale. Sono inoltre convinto della necessità di una figura apicale che coordini e guidi le attività amministrative delle future unioni, per garantire efficienza e efficacia». In questa regione, conclude l’esponente del Pd, «ci sono Comuni che stanno già facendo esperienze di collaborazione con il fine di migliorare i servizi ai cittadini, spendendo di meno. Proprio per questo il legislatore regionale ha il dovere di intervenire in maniera organica e organizzata, nella convinzione che quello che fanno le Province, in futuro lo potranno fare le Unioni di Comuni».