Ius soli: primo passo per rendere giustizia ai minori figli di stranieri

La dimensione giuridica della cittadinanza ai minori non è soltanto un fatto giuridico, ma vuol significare condivisione di valori e apertura al mondo del lavoro e al diritto del futuro per tutti

TRIESTE. «Lo Ius soli è un primo passo per rendere giustizia ai minori figli di stranieri, ma siamo consapevoli che da solo non basta e deve essere coniugato con altri provvedimenti. La dimensione giuridica della cittadinanza ai minori non è soltanto un fatto giuridico, ma vuol significare condivisione di valori e apertura al mondo del lavoro e al diritto del futuro per tutti». Ha commentato così, nel suo intervento in aula come relatore di maggioranza della mozione 22 sullo Ius Soli, il consigliere regionale del Pd, Armando Zecchinon. 
«Se guardiamo alla frequenza scolastica notiamo che nell'arco di 10 anni l'incidenza degli alunni stranieri in FVG è passata dal 2,8 per cento dell'anno scolastico 2000/01 al 10,7per cento del 2010/11. Un numero a due cifre. Non è possibile – ha quindi aggiunto Zecchinon – che si neghi la cittadinanza ai bambini e ai ragazzi nell’età in cui essi si aprono alla società e guardano consapevolmente il mondo che li circonda»
E ancora, secondo Zecchinon, un aspetto da non trascurare è che «se non siamo in un paese a crescita zero è per merito degli immigrati. In Fvg, in un anno si sono registrate solo 10.445 nascite e ciò per merito delle donne straniere». Per questo, grazie alla mozione approvata dal Consiglio, la presidente della Regione si farà promotrice in Parlamento perché si prendano in considerazione le numerose proposte che sono state depositate e quindi approvi la riforma delle norme sulla cittadinanza italiana introducendo anche nel nostro Paese il principio dello “Ius soli”.