Intervista su “Non una di più, contrasto alla violenza di genere”

Da www.saravito.it

Partiamo dalle tue esperienze politiche. Che cos’è la politica per Sara Vito.
Fare politica e ricoprire un ruolo amministrativo vuol dire mettersi al servizio della propria comunità perpromuovere nuove opportunità di sviluppo e lavorare perun futuro migliore per i nostri figli. Le donne in politica possono fare molto, perché sono attente agli aspetti operativi e pratici sono abituate a risolvere problemi diversi. Le donne sono capaci di porre attenzionealla dimensione globale della comunitànella quale vivono ed operano, hanno una visione della società e dei suoi bisogni trasversale, ampia e globale.
Le abilità comunicative e quelle relazionali quanto sono importanti per le donne che si occupano di politica. Quali pregi e quali limiti presentano?
Le donne dovrebbero una volta per tutte fare rete tra loro perché l’agire in modo individualistico le ha sempre penalizzate e questo è avvenuto, talvolta,perché sono state messe in condizioni  di essere isolate.La capacità di creare relazioni le può aiutare ad avere anche successi importanti.
In Italia le cose stanno cambiando ma c’è ancora molto da fareperché sicuramente oggi il nostro paese non è ancora un paese per le donne, ci sono oggettivamente ancora numerose discriminazioni e c’è molto lavoro da fare. Gli enti pubblici, eletti dai cittadini dovrebbero essere i primi a dare il buon esempio.Gli organi eletti, come per esempio le Giuntedei Comuni, delle Provincee delle Regioni, dovrebbero sempre essere composte per la metà di uomini e per l’altra metà di donne.
La parola coraggio è molto frequente nei tuoi interventi pubblici. Che cosa ti senti di dire alle donne che vivono condizioni di difficoltà nella vita sociale (ad es. discriminazione nel mondo del lavoro, ad es. violenza)?
Dico di avere assolutamente più fiducia in loro stesse, e di cercare aiuto se non ce la fanno da sole.Chiedere aiuto non è una cosa di cui vergognarsi, la cosa più pericolosa è invece la solitudine e l’essere abbandonati a se stessi. In quei momenti si rischia di vedere tutto nero, tutto appare più difficile. Mi riferisco,soprattutto, a quelle donne che vivono situazioni di grande difficoltà e che si trovano in situazioni limite, costrette a subire vessazioni psicologiche e fisiche. Purtroppo il tema della violenza sulle donne è un tema tristemente all’ordine del giorno. I centri antiviolenza sono delle realtà preziose.Dobbiamo continuare a sostenerli, e favorire le iniziative a favore delle donne per sensibilizzare l’opinione pubblica su queste problematiche.E’ necessario lavorare per creare una nuova cultura, è necessario mettere in atto tutte quelle iniziative atte a prevenire le situazioni di diseguaglianza e disagio. Agire quando ormai le cose sono accadute, è evidente,  è una sconfitta per tutti.
Quale ruolo possono avere secondo te i modelli (in politica, nel mondo del lavoro, nella vita sociale…) trasmessi dall’interazione sociale attraverso la comunicazione (personale e mediatica).
La politica deve riprendere il valore dell’esempio,che aiuterebbe veramente le istituzioni a recuperare credibilità. Purtroppo, c’è stato un lungo periodo di scollamento tra la politica e i cittadini per degli episodi vergognosi di malcostume. Oggi questa fiducia va recuperata nell’interesse di tutta la nostra società. Mettere i cittadini e le istituzioni in contrapposizione è una cosa pericolosa che mina le fondamenta della democrazia. 
L’attuale Giunta del Friuli Venezia Giulia presenta molte donne al governo della Regione. Può essere il Friuli Venezia Giulia un laboratorio politico per l’Italia?Quali sono i punti forti di questa esperienza?
L’idea di creare una Giunta che sia composta per metà di uomini e per metà di donne è una scelta importante e lungimirante. Nella nostra Regione ci sono due assessori per ogni Provincia, e quindi tutti i territori sono ugualmente rappresentati. Queste scelte dimostrano concretamente  che c’è una volontà di dare pari opportunità alle persone e ai territori.Il messaggio che trasmette questa scelta è un messaggio forte:siamo un territorio unico, una comunità unica,  lavoriamo tutti per degli interessi e per lo sviluppo di tutta la comunità del Friuli Venezia Giulia.
Che cosa si può fare di più per dare voce alle donne anche in politica?
Da subito, è necessario introdurre la nuova legge elettorale sulla doppia preferenza di genere, che prevede la possibilità per i cittadini elettori di esprimere due preferenze anziché semplicemente una.L’importante è che le preferenze siano date a persone di sesso diverso. Indicare il nome di una donna e di un uomo dovrebbe sicuramente favorire la partecipazione delle donne nell’assise regionale. Questa legge permetterebbe il superamento delle quote rosa, a volte tanto discusse, e permetterebbe di dare veramente delle opportunità alle donne e di aprire scenari politici nuovi.
Quali i punti di forza e quali i punti di debolezza del movimento delle donne all’interno del Partito Democratico in Friuli Venezia Giulia?
Il Coordinamento delle donne del Partito Democratico è riuscito nel tempo a costruire una migliore organizzazione interna ed un miglior coordinamento delle donne del partito.C’è ancora molto da fare,ora il momento di fare delle proposte serie di governo; il coordinamento dovrà non solo occuparsi di temi e di problematiche femminili ma portare la voce delle donne nell’ambito di tutte le tematiche che il partito deve affrontare. Il contributo delle donne, secondo me, è veramente un contributo di qualità, è importante e permette anche al partito di  crescere.