Replica all’intervento odierno del presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin

Ho trovato davvero sconveniente politicizzare una questione così seria e delicata come la pandemia, come ha fatto oggi con una lettera il Presidente del Consiglio Regionale, Piero Mauro Zanin

Ho trovato davvero sconveniente politicizzare una questione così seria e delicata come la pandemia, come ha fatto oggi con una lettera il Presidente del Consiglio Regionale, Piero Mauro Zanin. Mettere a confronto il concetto di libertà (sacrificata sull’altare della salute collettiva) con quello di dittatura sanitaria mi è parso davvero fuori luogo, quasi a dire che chi vuole le chiusure (il centrosinistra e il M5S) è liberticida e solo il centrodestra vuole riaprire perché a favore della libertà. Troppo semplicistico, qualunquista e demagogico: in questo mi riconosco nelle parole del Presidente Draghi, che correttamente ha già tracciato la strada per riaprire gradualmente e in sicurezza sulla base dei dati sanitari. È vero che vi sono categorie economiche e figure professionali che da mesi soffrono in maniera indicibile la chiusura delle loro attività, così come gli stessi rapporti sociali sono venuti meno in maniera significativa in questi mesi di Covid, ma non dobbiamo mai dimenticare quanto il sistema sanitario ha sofferto in maniera drammatica, fino a qualche settimana fa, il crescente aumento dei contagi e dei ricoveri, fino ad arrivare quasi al collasso. Quanto hanno sofferto migliaia di famiglie, in Friuli Venezia Giulia e in Italia, perché tanti loro cari sono deceduti e quanti ne stanno uscendo con fatica dopo aver contratto il virus. Vogliamo dimenticare tutto? Il Covid non è una questione politica, è una pandemia che ha colpito le persone e la società, che ci ha privati di uomini e donne, di affetti. Le parole hanno un peso e non possono essere utilizzate a sproposito. È giusto ricordare che gli esponenti del centrodestra regionale e alcuni sindaci dei principali Comuni della regione il 3 novembre 2020 erano in piazza Unità a Trieste a rivendicare la riapertura di tutto, salvo poi rimangiarsi quelle parole e predicare prudenza perché di lì a poche settimane eravamo la regione con i peggiori dati in termini di mortalità e contagi. Ed è giusto ricordare come siano state le Regioni, tra cui la nostra, a dire che la scuola non si doveva riaprire. Oppure chi, alla vigilia della prima ondata, protestava perché il Governo decise la chiusura degli impianti sciistici. Non mi interessa strumentalizzare, anche se si potrebbe farlo benissimo. Quello che invece a me interessa e che auspicherei, è che il Consiglio regionale avviasse un’approfondita discussione su quale modello sociale ed economico vogliamo per la nostra regione dopo questa tragica esperienza, e non fomentare disagio e divisione. La vera sfida è ricostruire un modello che non necessariamente dovrà essere identico a quello di prima cogliendo, dalle difficoltà che stiamo attraversando, le opportunità per una nuova Regione.