Omnibus: Da Giau (Pd), aree sepolture a riti diversi sono segno di civiltà

Nonostante per norma nazionale sia possibile prevedere e realizzare reparti speciali per le sepolture non cattoliche nei cimiteri comunali, la mancanza di un’indicazione precisa nella legge regionale e la spinosità della materia, determinano una discrezio

 30.04.21 «Permettere in concreto la sepoltura secondo quanto previsto dal proprio culto religioso è un fatto che riguarda unicamente la sensibilità e l’umanità e il rispetto dei defunti e che prescinde da ideologie di qualsiasi tipo. Per questo è importante che la Regione indichi una soluzione che tolga gli spazi di discrezionalità che impediscono il godimento di questo diritto, prevedendo che ci sia almeno un cimitero per ogni area vasta che possa accogliere queste sepolture». Lo chiede la consigliera regionale del Pd, Chiara Da Giau che attraverso un emendamento al ddl 130 “Omnibus” (poi ritirato) ha proposto alcune integrazioni alla legge regionale 12 del 2011 in materia funeraria e di polizia mortuaria, al fine di garantire le sepolture di culto non cattolico per chi ne faccia richiesta.
«Nonostante per norma nazionale sia possibile prevedere e realizzare reparti speciali per le sepolture non cattoliche nei cimiteri comunali, la mancanza di un'indicazione precisa nella legge regionale e la spinosità della materia, determinano una discrezionalità non motivata nelle scelte delle amministrazioni comunali. Ci sono purtroppo tristi fatti di cronaca, anche recenti a Pordenone, dove al dolore di una famiglia per la perdita di un proprio caro, si è aggiunta la negazione della possibilità di seppellire il feretro secondo il proprio credo e di trovarsi di fronte all'unica scelta di mandare la salma nel proprio paese. Il problema resosi ancor più vivo per gli stranieri durante il lockdown, quando anche riportare le salme in patria era impossibile, in realtà riguarda anche cittadini italiani di religione islamica» ha ricordato Da Giau nel suo intervento in Aula. «La scorsa settimana il caso del deputato Andrea Romano che ha denunciato l’impossibilità di seppellire il proprio figlio da oltre due mesi, ha sollevato molte reazioni di scandalo e solidarietà. La causa era in quel caso diversa, ma davanti alla morte e al rispetto dei morti, non si possono avere sensibilità diverse. La nostra richiesta è di rendere esplicito quello che è già previsto da un decreto del Presidente della Repubblica e in questo senso riteniamo positiva l'apertura dell'assessore Riccardi, al quale abbiamo rivolto l'appello. Abbiamo accolto la sua richiesta di ritirare l'emendamento a seguito dell’impegno da lui garantito per approfondire il tema e trovare insieme quanto prima una soluzione a questo problema che riteniamo essere di civiltà».