Lavoro: Da Giau (Pd), Bini e Rosolen riferiscano in commissione su crisi Zml

La Giunta ascolti anche i lavoratori e impegni l’azienda in processo di ammodernamento

20.03.21 «Raccogliendo la preoccupazione dei lavoratori e degli amministratori locali chiederemo agli assessori Bini e Rosolen di venire in seconda commissione, assieme alle rappresentanze sindacali e ai vertici della Zml affinché l’intero Consiglio regionale possa acquisire piena consapevolezza della crisi e di come viene gestita». Lo afferma la consigliera regionale del Pd, Chiara Da Giau a seguito della rottura delle trattative tra sindacati e Zml Industries spa di Maniago (Pordenone), azienda metallurgica del Gruppo Cividale.

«Dalla Giunta regionale ci aspettiamo che ascolti tutte le parti e intervenga per trovare soluzioni a salvaguardia dell'occupazione nell'area montana della Destra Tagliamento, non solo nell'immediato ma anche in una proiezione futura. Non si tratta di gestire solamente gli attuali esuberi – aggiunge Da Giau – ma di impegnare l'azienda in un processo di ammodernamento e sviluppo che possa aiutare la sua permanenza attiva nel territorio, garantendo occupazione in loco, qualità del lavoro e dell’ambiente».
Per la consigliera dem «la Giunta non può limitarsi a prender per buona la soluzione proposta dall'azienda, che sostiene di voler ricorrere alla cassa integrazione straordinaria per ristrutturare il reparto ghisa. Se la ristrutturazione sarà presumibilmente avviata a gennaio, non si comprende perché avviare ora la cassa, mentre gli operai sono tutti occupati con il rischio che si ricorra a lavorazioni esterne ed estere per abbassare i costi».
Ricordando che la ZML occupa 500 operai delle valli montane e dell'area pedemontana della Destra Tagliamento, Da Giau sottolinea infine che «gli esuberi avrebbero un rilevante impatto occupazionale. Proprio la necessità di mantenere il tessuto sociale ed economico in questa zona suggerisce di valutare attentamente anche le ipotesi di ricollocazioni a distanza tale da scoraggiare i lavoratori. Il timore è che questo sia solo l'inizio di un processo di dismissione dell'azienda che invece dovrebbe cogliere meglio le sfide del cambiamento».