Come stanno le scuole in FVG? Qualche domanda e un po’ di sogni

Cremaschi: audizione dei presidi in commissione

Nel complesso la scuola friulana dà un buon servizio; i risultati delle valutazioni nazionali lo confermano; ma … 
1. i bandi per progetti speciali: per quale motivo ai bandi dedicati alla scuola possono partecipare ed accedere direttamente anche enti o associazioni indipendenti dalle scuole? Non è logico pensare che le scuole siano titolari dei progetti e che venga data la precedenza a reti di scuole che creano collaborazioni con enti locali, aziende sanitarie, associazioni di volontariato, forum di genitori? e se l'assegnazione dei fondi non fosse annuale ma pluriennale? i POF sono pluriennali, si potrebbero finanziare i progetti dei POF. 
2. i tempi per il finanziamento dei progetti: le scuole forniscono i dati all’ inizio di luglio, ma i finanziamenti vengono destinati a dicembre; è difficile organizzare l'anno scolastico a settembre senza sapere se si potranno attuare i progetti previsti.
3. il plurilinguismo: l'integrazione culturale e linguistica non può avvenire con la lezione formale nell'ora dedicata, tanto meno se si parla di "lingue materne"; perché non pensare ad una scuola che a tutti i bambini e i ragazzi della regione propone lezioni curriculari nelle lingue della regione fin dalla scuola dell'infanzia? (matematica in sloveno, scienze motorie in friulano, disegno o arte in tedesco… senza perdere l'inglese)
4. l'inserimento degli alunni stranieri; è cambiato il bisogno, la maggior parte degli alunni stranieri sono nati e vissuti in italia, ora serve l'insegnamento dell'italiano come lingua di studio e non più come lingua 2 a cui si giunge con un primo approccio
5. lo sport: il progetto attuato che prevede la presenza di giovani diplomati in scienze motorie dà buone opportunità di proposte sportive agli alunni, ma perché un progetto simile non può nascere da una programmazione autonoma della scuola? è possibile aumentare le ore di sport per tutti?
6. la dispersione scolastica: in regione circa 100 ragazzi sono pluri ripetenti, hanno 15, 16 anni e non hanno titolo scolastico, la normativa prevede che possano partecipare alla formazione professionale assolvendo lì l’obbligo scolastico, ma serve una legge regionale… altre regioni l'hanno fatta… 
7. il tempo pieno è ormai quasi un caro ricordo; la scuola integrata, allungata o allargata, coordinata e governata tra reti di scuole, aperta fino alle 17 potrebbe offrire ai bambini e alle famiglie pari opportunità per quanto riguarda l'accesso alla lettura, al teatro, alla musica, allo sport.; permettere di rispondere anche ai BES ( bisogni educativi speciali con progettualità mirate). Le famiglie si attivano ora autonomamente e offrono opportunità diverse ai loro figli in base alle possibilità economiche; il passaggio dà un' attività all'altra in luoghi e con persone diverse nel tempo extra scuola crea discontinuità nelle figure di accudimento e di accompagnamento nelle esperienze. Con un piccolo contributo economico delle famiglie che possono permetterselo (e che comunque risparmierebbero rispetto alla situazione attuale), con l'attivazione dei progetti regionali dei forum delle famiglie, con i bandi per progetti speciali coordinati da reti di scuole, convogliando le spese attualmente sostenute dai servizi sociali per affiancare singoli ragazzini con educatori a sostegno delle ore pomeridiane…. con tutte queste risorse e con un po' di fantasia potremmo avere una scuola regionale plurilingue, integrata, inclusiva.