Intervento della consigliera regionale Pd, Chiara Da Giau, in riferimento alla campagna vaccinale anti covid

Ci sono alcuni elementi che devono farci riflettere. Innanzi tutto le notizie che ci vengono da altre parti dell’Italia riguardo la rapidità dei contagi

Le vaccinazioni servono innanzi tutto a salvare la vita alle persone, a partire giustamente dagli anziani che sono i più fragili e a rischio. Lo scarico della pressione nelle strutture ospedaliere è senz’altro uno dei benefici effetti collaterali della campagna di vaccinazione. Non va però distolta e anzi va potenziata, l’attenzione dalla riduzione della diffusione del virus e quindi principalmente dai tracciamenti.
 
Ci sono alcuni elementi che devono farci riflettere. Innanzi tutto le notizie che ci vengono da altre parti dell’Italia riguardo la rapidità dei contagi dovuti alle diverse varianti. Poi la naturale incertezza rispetto al se e al fino a quando i vaccini messi a punto ad oggi sono in grado di proteggere dalle stesse. Ancora la consapevolezza che il numero di mutazioni del virus è statisticamente più probabile che aumenti con l’aumento delle persone infette. Infine l’evenienza che, con o anche senza intenzionalità maligne da parte delle aziende farmaceutiche o dei governi accaparratori, la campagna vaccinale su larga scala abbia tempi più lunghi rispetto alle previsioni ottimistiche che hanno accompagnato i suoi inizi anche sull’onda della necessità di dare un orizzonte di speranza ai cittadini cui venivano e vengono chiesti continui sacrifici da ormai un anno.
 
L’ingente investimento di risorse pubbliche e l’enorme lavoro di condivisione dei risultati da parte di scienziati e ricercatori sono stati sicuramente elementi inediti rispetto al passato e hanno anticipato la messa a disposizione del vaccino, ma difficoltà e imprevisti organizzativi oltre che i meccanismi abituali di evoluzione e mutazione di un virus paradossalmente troppo poco letale per isolarsi e annientarsi da solo, potrebbero portarci a dover combattere col virus ben oltre quest’anno.
 
Alla luce di tutto questo, senza voler generare né inutile pessimismo né sterili polemiche, dobbiamo osservare che sono ancora troppi i casi che ci vengono riferiti in cui l’attività di tracciamento è dubbia, se non inesistente. Persone positive cui lungo tutto il periodo di malattia e quarantena non è mai chiesta la lista dei contatti stretti. Conviventi di persone in quarantena alle quali non vengono fatti tamponi se non dopo giorni o alla eventuale comparsa di sintomi, cui è permesso di muoversi liberamente. Gestione difforme dei contagi nella scuola nei territori. Ritardi nei tamponi che aprono a ricorso a tamponi in strutture private in modo autonomo e non sempre comunicato. Tutto questo rischia di lasciare il contenimento del contagio solo sulla buona volontà e il rispetto delle regole di cittadini. Cosa necessaria, ma non sufficiente per individuare e arginare i focolai di infezione alla loro origine.
 
L’impreparazione delle nostre strutture ospedaliere ad una evenienza pandemica e le pur ragionevoli necessità di contemperare le esigenze della salute e quelle dell’economia, ci ha portato fino ad ora a considerare come chiave i parametri che avevano proprio a che fare con la lo stato di tensione delle strutture ospedaliere stesse. Si è risposto alla primaria urgenza.
 
La scienza, ma anche l’esperienza soprattutto nei paesi orientali, ci dicono però di quanto sia più importante concentrarsi sull’azzerare i contagi piuttosto che i ricoveri, per garantire aria in modo duraturo proprio alle attività economiche, oltre che alla vita sociale delle persone, senza incorrere a continui stop and go. Lo è ancor più oggi all’affacciarsi delle varianti, per poter sbarrare la strada ad eventuali vere e proprie mutazioni che potrebbero portarci dentro un dedalo infinito di tunnel in cui è difficile vedere la luce e la fine.
 
Se il procedere del piano delle vaccinazioni ci può mettere oggi un po’ al riparo dal peggio, è importante rimettere attenzione ai sistemi di tracciamento per aiutare l’efficacia stessa dell’immunizzazione.