Migranti: Da Giau (Pd), respingimenti non sono una medaglia alla legalità, ma lo specchio di violenze

Governo e Regione Fvg aprano gli occhi sulle violenze sulla rotta balcanica

11.01.21 «Il record di 1.240 respingimenti informali registrato nel 2020 (ben il 420 per cento in più rispetto al 2019) dalla rotta balcanica, non può e non deve essere una medaglia che la Regione Fvg si appunta orgogliosamente al petto per aver difeso i propri confini e aver ripristinato la legalità, ma rischia invece di essere un alibi inconsistente rispetto ai gravi reati che si svolgono dalla frontiera in poi». Lo afferma la consigliera regionale del Pd, Chiara Da Giau a margine della manifestazione che si tenuta a Trieste, davanti al consolato Croato, contro le politiche europee in merito alla protezione dei confini.
«Lo è ancora di più triste ora che, dopo mesi di denunce di osservatori e associazioni, i racconti e le immagini rilanciate da quotidiani e telegiornali locali e nazionali hanno reso innegabilmente evidenti le violenze e le condizioni inumane alle quali sono sottoposti i migranti lungo la rotta balcanica e nei campi bosniaci».
Secondo Da Giau, «non c’è accordo che possa rendere legale ciò che apre la strada alla violazione delle persone e dei loro diritti. Le modalità con cui l’Italia e la Regione Fvg operano per il rispetto della convenzione di Dublino, sul proprio confine orientale, non possono eludere la responsabilità su quello che succede una volta varcato quel confine, specie se manca trasparenza e certezza di regolarità anche sui comportamenti sul suolo italiano».
Infine, conclude Da Giau, «con la stessa sollecitudine con cui Governo e Regione hanno manifestato a parole e nei fatti solidarietà alle popolazioni croate colpite dal terremoto, auspichiamo si esprimano e adoperino nei confronti dei migranti ospitati nei campi balcanici. Ci sia poi ferma volontà di verificare in modo trasparente come si dà corso ai respingimenti sul territorio regionale, di impegnare l’Europa a un severo controllo sui comportamenti delle polizie dei Paesi della rotta balcanica e di interrompere la pratica dei respingimenti illegali».