Comunità montagna Pn: Da Giau (Pd), partita autolesionista che seppellisce un progetto unitario

«Con la sua mancanza di strategia, il governo regionale ha seppellito un progetto unitario che avrebbe potuto rafforzare l’intero territorio»

TRIESTE 02.01.21 «Quella giocata sulla comunità della montagna del Friuli Occidentale non è solo una partita autolesionista nella quale non vince nessuno, ma anche la dimostrazione del fallimento della Giunta Fedriga nella gestione dei territori: con la sua mancanza di strategia, il governo regionale ha seppellito un progetto unitario che avrebbe potuto rafforzare l'intero territorio». Lo afferma la consigliera regionale del Pd, Chiara Da Giau, a margine della recente conferenza dei sindaci delle Comunità di montagna del Friuli Occidentale.
«La Giunta Fedriga ha rinunciato a svolgere il ruolo di arbitro responsabile e autorevole in nome di un “liberi tutti” che ha privato di qualsiasi orizzonte e obiettivo strategico il sistema degli enti locali e quindi la Regione stessa. Sono passati solo pochi giorni da quando l’assessore Roberti ha vantato la bontà della propria riforma in occasione della costituzione della nuova Comunità della Riviera Friulana. Difficilmente potrà dire lo stesso in merito agli esiti dell’assemblea dei sindaci dei giorni scorsi che ha disegnato un’improbabile mappa della montagna pordenonese, sancito tutt’altro che una decisione definitiva, aperto la strada ai ricorsi al Tar e segnato così la sconfitta della buona politica, della buona legislazione e della buona amministrazione».
Secondo Da Giau, «l'esperienza dell'Uti della Valli e delle Dolomiti friulane, adeguatamente ritarata per risolvere difficoltà e limiti che necessariamente ogni sperimentazione mette in luce, era un campo base avanzato per un’impresa comunque difficile, ma salvifica per le realtà locali. Quel campo è stato demolito dal voto dell’assemblea dei sindaci, lasciando un panorama tutt’altro che sgombro di macerie e senza nuove piste credibili da percorrere. Serviva una zona montana unita negli intenti e nelle azioni, per rappresentarsi credibilmente e con pari dignità sia nel caso in cui la struttura degli enti locali restasse la stessa, sia qualora la tanto invocata rediviva Provincia divenisse realtà. La fragilità che alcuni amministratori hanno dimostrato nel lasciarsi trarre in inganno da giochi di partito, ambizioni e rancori personali, senza riflettere sui veri bisogni delle proprie comunità e sul loro futuro, è invece presagio di uno squilibrio a favore del capoluogo e dei territori della pianura. Questo darà al Friuli occidentale solo una parvenza di riconquistata posizione nel panorama regionale non potendo contare su uno sviluppo armonico del territorio nella diversità e ricchezza delle vocazioni tra manifattura e turismo».