Stabilità: Cosolini (Pd), vuoto politico e mancanza di confronto

Questa regione che oggi dispone di un bilancio capiente, grazie anche allo stanziamento straordinario di 820 milioni dallo Stato per far fronte all’emergenza

14.12.20 «In un momento in cui tutta la comunità regionale e l'intero sistema del Fvg hanno un estremo bisogno di un'azione all'altezza della sfida imposta da questi tempi difficili, il centrodestra presenta una legge di Stabilità che esprime fondamentalmente un vuoto politico, fatto di evidenti lacune su idee e strategie» Lo afferma il consigliere regionale del Pd, relatore di minoranza della legge di Stabilità 2021 da oggi all'esame dell'Aula.
«Il documento economico più importante che dovrebbe segnare la linea di un intera amministrazione rappresenta purtroppo una politica chiusa, proprio nel momento in cui dovrebbe essere invece più aperto che mai, carente nel confronto e nella condivisione con i molti importanti attori che costruiscono il tessuto economico, produttivo, formativo e culturale della nostra regione».
Secondo Cosolini, «mancano scelte su troppi fronti: non ci sono sull'innovazione, sulla sostenibilità dove sono deboli le idee sulla transizione energetica, sullo sviluppo sostenibile, sulla tutela del territorio. Mancano inoltre scelte forti in materia di coesione sociale, ma soprattutto c'è poco o nulla sulla dimensione internazionale di questa regione, gettando alle ortiche le sue potenzialità di essere un ponte all'interno del sistema europeo, che aggiorna a oggi le ragioni storiche della sua specialità. In questa norma mancano insomma molti risultati attesi». Nel suo intervento Cosolini ha commentato inoltre le modalità di intervento della Giunta: «È nata in soli quattro giorni la volontà politica di un indebitamento e investimenti per oltre 300milioni? Questa regione che oggi dispone di un bilancio capiente, grazie anche allo stanziamento straordinario di 820 milioni dallo Stato per far fronte all'emergenza, è la stessa che minacciare di non poter pagare gli stipendi a medici e infermieri che lottavano e lottano contro il covid e che minacciava di chiudere gli ospedale in piena emergenza sanitaria? Su questa massa di investimenti è mancato il ben che minimo confronto, mostrando una politica chiusa a tutti».
Attraverso una serie di proposte, continua Cosolini, «abbiamo indicato le nostre priorità: la digitalizzazione a favore di imprese e famiglie (un investimento complessivo di 16 milioni), frenare la fuga di cervelli e la conseguente attrazione di giovani con alte professionalità (10,5 milioni). Un iniezione di 50 milioni per i bisogni dell'economia di cui ulteriori 30 milioni per rafforzare la futura legge SviluppoImpresa, il sostegno dell'edilizia scolastica (con 30 milioni) e quella sovvenzionata (20). E ancora un ulteriore e dovuto sforzo verso la sanità, assente da questo ulteriore stanziamento di 300 milioni, con investimenti a favore dei presìdi sanitari (10 mln), contributi alle case di riposo per i maggiori costi dovuti all'emergenza covid 19 (2mln) e per gli interventi edilizi (6mln), contributi ai Comuni per i test rapidi».