Scuola: Da Giau (Pd), ddl Rosolen non rivoluziona diritto allo studio e riduce autonomia istituti

Con l’eliminazione dei progetti speciali attraverso i quali le scuole, all’interno della loro autonomia, esprimevano nuove forme di arricchimento dell’offerta, si mina, di fatto, la libertà di insegnamento.

TRIESTE 24.11.20 «Nonostante le intenzioni dichiarate dall'assessora Rosolen riguardo all ddl 113, non si può parlare di riforma di diritto allo studio perché non si tocca sostanzialmente la precedente legge 13 del 2018 che aveva individuato gli strumenti cardine per garantire il diritto allo studio. Si ripete però un elemento di criticità, già posto in essere in precedenti interventi legislativi dell'assessora Rosolen, riguardo all'eliminazione dei progetti speciali con i quali le scuole, all'interno della loro autonomia, esprimevano nuove forme di arricchimento dell'offerta, minando di fatto la libertà di insegnamento. Non possiamo non registrare un ulteriore accentramento delle scelte che riguardano offerta formativa delle scuole e formazione degli insegnanti. I nostri emendamenti che volevano introdurre principi di coprogettazione sono stati bocciati». Lo afferma la consigliera regionale del Pd, Chiara Da Giau a margine della votazione, oggi in Consiglio, del disegno di legge 113 “Interventi in materia di istruzione, diritto allo studio e offerta formativa” proposto dall'assessore regionale all'Istruzione, Alessia Rosolen.
«Con questa norma – continua Da Giau – non si da risposta alle criticità emerse durante le audizioni, da parte dei dirigenti scolastici. Per questo abbiamo presentato un ordine del giorno volto ad alleggerire le incombenze amministrative che gravano sulle già sguarnite segreterie scolastiche. Riteniamo inoltre fondamentale che la Giunta semplifichi i provvedimenti amministrativi di rendicontazione dei contributi». Infine conclude Da Giau, «rammarica la chiusura da parte del centrodestra sulle nostre richieste riguardo la valorizzazione dell'istruzione per gli adulti e alla promozione dei patti di comunità come strumenti per integrare l'offerta formativa delle scuole».