Migranti: Da Giau (Pd), con modifiche decreti sicurezza ora politica gestirà problemi

«Con rafforzamento commissioni territoriali, esami più rapidi e stop a respingimenti informali»

 06.10.20 «Con il superamento dei decreti sicurezza di Salvini e dei loro aspetti di incostituzionalità, la politica si riappropria del suo ruolo che è quello di gestire i problemi e non di allontanarli dalla vista, facendo credere di averli risolti». A dirlo è la consigliera regionale del Pd, Chiara Da Giau, componente della VI commissione Immigrazione, commentando il varo del decreto del Consiglio dei ministri che modifica alcuni punti dei decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini quando era ministro dell'Interno. «È positivo per la nostra regione il rafforzamento dei ruoli delle commissioni territoriali e la previsione del loro aumento fino a cinque nelle zone di frontiera o transito. Confidiamo che tale previsione, garantendo un più rapido esame delle situazioni secondo criteri rinnovati, ponga termine ai respingimenti informali, che pur conseguenti ad accordi tra Italia e Slovenia, ci rendono evidentemente corresponsabili delle violazioni dei diritti umani che si perpetuano nei paesi dove i migranti vengono ricacciati». Secondo Da Giau, «le modifiche del Governo riportano le azioni in materia di immigrazione nell’alveo della Costituzione e del rispetto delle leggi e dei diritti umani. Accoglienza e integrazione ritornano a essere centrali. È il segnale di una classe politica capace di leggere il presente e guardare al futuro oltre all'emergenza comprendendo quanto le dinamiche migratorie siano ormai elemento strutturale imprescindibile. Una classe politica che rinuncia a propaganda e facile consenso, tenendo invece come punto fermo la difesa dei diritti e dei doveri, sia di chi arriva che di chi ospita». Nel nuovo decreto, conclude Da Giau «sono infatti chiari i segnali per chi trasgredisce e commette reati, ma anche il ripristino dell'iscrizione all'anagrafe per i richiedenti asilo, la riduzione dei tempi di trattenimento nei Cpr e la facoltà di rivolgersi al garante delle persone private della libertà, la previsione delle attività per la formazione e l'integrazione. Eravamo e siamo convinti che questi interventi e il ritorno a un sistema diffuso di accoglienza sono gli strumenti migliori per garantire la sicurezza di tutti coloro che risiedono sul territorio regionale».