Lavoro: Da Giau (Pd), con i 5 anni di residenza cdx danneggia lavoratori e imprese

Forse sfugge come, in tempi di calo demografico rilevante, non può essere ostacolata in alcun modo la permanenza nel mondo del lavoro di quanti si sono trasferiti da altre regioni italiane

01.10.20 «La revisione della legge sul lavoro introduce elementi di novità, grazie al contributo del gruppo Pd, come nel caso dello smart working per cui abbiamo previsto che la Regione monitori e valuti le esperienze che si attuano sul territorio o come le azioni per la riduzione del divario retributivo di genere. Resta comunque un rammarico per una posizione ottusa della giunta che continua a introdurre misure legate al tempo di residenza e dettate dal sistema di welfare leghista senza rendersi conto che così danneggiano lavoratori e imprese». A dirlo è la consigliera regionale del Pd, Chiara Da Giau relatrice di minoranza del ddl 105 “Disposizioni regionali in materia di lavoro. Modifiche alla legge regionale 9 agosto 2005, n. 18 e alla legge regionale 21 luglio 2017, n. 27” votato oggi in Aula.
«Sulla concessione degli incentivi alle aziende condizionati all’assunzione di lavoratori che abbiano residenza continuativa di almeno 5 anni – spiega Da Giau – la Giunta continua a tenere una posizione ottusa che è discriminatoria per tutti i lavoratori ma anche di danno alle imprese, in particolare quelle che operano nelle zone confinarie e che rappresentano un elemento di attrattività per l’intera regione. Forse sfugge come, in tempi di calo demografico rilevante, non può essere ostacolata in alcun modo la permanenza nel mondo del lavoro di quanti si sono trasferiti da altre regioni italiane oltre che dall’estero, magari con l’intera famiglia, sul territorio regionale. La furia ideologica fa persistere la Giunta in questa sua scelta, mentre altri dovrebbero essere gli eventuali parametri da introdurre se il problema, come ci è stato detto, fosse davvero la limitatezza delle risorse disponibili».