Sanità: Conficoni-Da Giau (Pd), licenziamento medico fatto grave che non aiuta a risolvere i problemi della sanità pordenonese

Interrogazione dem per fare chiarezza. «Ora si proceda con l’audizione del dg Asfo»

09.07.20 «Anziché ricevere risposte sulle criticità di un sistema sanitario fortemente provato dall'emergenza Covid, assistiamo al licenziamento di un medico che, da quanto si apprende, esprimeva la sua opinione sul ruolo della struttura Rsa di Sacile dove lavora come libero professionista. La questione va chiarita quanto prima: se le cose fossero collegate saremmo di fronte a una ingiustificata prevaricazione che aumenta il clima conflittuale e non aiuta certo ad affrontare i veri problemi del sistema sanitario del Friuli occidentale, generando disorientamento nella comunità locale». A dirlo sono i consiglieri regionali del Pd, Nicola Conficoni e Chiara Da Giau, annunciando un'interrogazione alla Giunta per fare chiarezza sulla notizia del licenziamento del medico dell'Azienda sanitaria Friuli occidentale (Asfo), operante nel presidio di Sacile, Nicola Vendramin.
«Mettere il silenziatore alle critiche – continua Conficoni – non è in ogni caso il modo giusto di risolvere gli aggravati problemi della sanità pordenonese, lo scorso anno penalizzata dal commissariamento dell’Asfo, dal taglio lineare alla spesa per il personale e dalla mancata sostituzione dei primari andati in quiescenza. Il 31 dicembre 2019, infatti, erano in servizio ben 199 dipendenti e somministrati in meno rispetto alla programmazione, tra cui 60 dirigenti medici e 57 infermieri. L'inerzia nel superare queste criticità si riflette sul livello di servizi erogati ai cittadini, portando i dipendenti all'esasperazione tanto da indire una giornata di sciopero. Per scongiurare l’astensione dal lavoro, non bisogna accentuare il clima conflittuale ma dare tempestive risposte concrete alle esigenze dei cittadini anche rafforzando il sistema sanitario territoriale».
«Le riposte da dare – aggiunge Da Giau – dovrebbero consentire di affrontare non solo un'eventuale seconda fase emergenziale Covid ma anche il futuro “normale” fatto sempre più di anziani e cronicità. In questa prospettiva le parole chiave sono integrazione e reti non solo di strutture e servizi, ma anche di relazioni costruttive tra professionisti, utenti, decisori e cittadini. Oggi invece vediamo queste relazioni, irrimediabilmente degradarsi e venir meno tra il Tagliamento e il Livenza. Da qualche settimana giace in Consiglio regionale una richiesta di audizione del direttore generale dell'Asfo, Polimeni proposta dal gruppo Pd e sottoscritta da tutte le opposizioni in Regione. Ora più che mai questo dovuto chiarimento non è più rinviabile, convinti che chi è chiamato a dare delle linee, debba concentrarsi più sui fatti che sulle opinioni».