Rimangono ancora incertezze su tempi di ripartenza di lavori che paiono ottimistici
«Prendiamo atto della posizione del commissario, anche se le diversità di valutazione interne al procedimento lasciano più di qualche dubbio, visto che pensiamo che tutti i soggetti dentro la stazione appaltante abbiano, in questi anni, operato nell'interesse pubblico. Non sta a noi dire se un atto così forte era inevitabile oppure se si poteva tentare una ricomposizione del rapporto, come emerge da alcune relazioni. Proprio per la complessità della vicenda, visto che attraversa almeno tre giunte regionali, cinque direttori, un pronunciamento del Tar e uno del Consiglio di Stato, consiglierei prudenza e misura a chi oggi ritiene politicamente di attribuire tutte le responsabilità a chi c'era prima. Rimangono ancora incertezze su tempi di ripartenza di lavori che paiono ottimistici anche perché ci è stato detto che l'assegnazione nell'ambito della polizza potrebbe non andare a buon fine, nel qual caso, successivamente si ricorrerebbe alla graduatoria della gara».
Inoltre aggiunge Cosolini, «è bene che da parte nostra si sia portato questo tema in una sede istituzionale come la terza commissione, mentre è imbarazzante, di fronte a una situazione di tale gravità, il silenzio del Comune».
Secondo il vicecapogruppo Diego Moretti, «oggi è mancata una parte molto importante di tutta questa vicenda, ossia la presenza dell'Ati Clea, chiamata in causa in più occasioni e nonostante abbia fatto direttamente richiesta di audizione al presidente. Lascia invece molti interrogativi, peraltro nemmeno accennati in commissione, la ricostruzione mai smentita fatta oggi dai giornali in merito alla possibile audizione dell’Ati. Cos’è accaduto di così importante per aver fatto cambiare idea al presidente della commissione Moras (che in un primo momento sembrava disponibile alla stessa) e aver fatto ritirare al consigliere Zanon la richiesta scritta di audizione di Clea che lo stesso aveva fatto al presidente di commissione? Chi è intervenuto in merito? Oggi Riccardi ha voluto sgombrare il campo da “ingerenze” politiche, ma il dubbio rimane».