Edilizia scolastica: Da Giau (Pd), Giunta ignora sicurezza sismica nel pordenonese

Meno di un mese fa l’assessore Pizzimenti aveva liquidato il problema del rischio sismico nelle scuole pordenonesi in maniera vergognosa.

 08.05.19. «Meno di un mese fa l'assessore Pizzimenti aveva liquidato il problema del rischio sismico nelle scuole pordenonesi in maniera vergognosa. Ora che all'Isis Zanusso vengono trasferiti 240 studenti inizierà forse a prendere sul serio il suo ruolo di assessore considerando i problemi per quello che sono?». A dirlo è la consigliera regionale del Pd, Chiara Da Giau commentando la situazione dell'edilizia scolastica nel territorio pordenonese.
«Le scuole superiori di Pordenone sono in una situazione critica sul fronte della capienza e del rischio sismico e la giunta Fedriga tratta la cosa in modo imbarazzante, cercando di convincere tutti che Pordenone ha già avuto abbastanza. Pizzimenti, con il suo comportamento superficiale, evidentemente non ravvede l’urgenza degli interventi straordinari dei quali necessitano gli edifici scolastici. Viene da chiedersi se abbia letto i documenti inviategli e le relazioni tecniche sul rischio simico di alcuni istituti secondari del capoluogo e non solo. Se non sono urgenti interventi che presentano indici molto critici, ci chiediamo cosa possa esserlo. Resta da sperare che l’emergenza non sia considerata tale solo quando si verificano conseguenze negative».
Inoltre, aggiunge Da Giau, «ci sono istituti scolastici a Pordenone che vedono premiata, dalle iscrizioni crescenti, la propria capacità di rispondere ai bisogni formativi e lavorativi del territorio ma che, per contro, sono penalizzati dalla mancanza di strutture e dalla loro inadeguatezza e costretti a svolgere la propria attività spalmati su tre sedi diverse. Ne va innanzi tutto della qualità della proposta formativa e della didattica. Ne va anche però, più venalmente, delle tasche dei cittadini perché sono oltre 500mila gli euro spesi annualmente dall’Uti per l’affitto di sedi provvisorie: un vero spreco rispetto all’investimento reale che potrebbe essere fatto nel nostro territorio».