Centrale A2A di Monfalcone, fare presto

Senza polemiche e demagogia, far partire lo studio epidemiologico già previsto e pensare a una consultazione popolare

Nei giorni scorsi i deputati del M5S Prodani e Rizzetto hanno rappresentato al Governo Letta la richiesta di studio epidemiologico per il territorio interessato dalla Centrale A2A. Su tale questione è bene ricordare che in sede di Legge Finanziaria Regionale 2013, su proposta dell’allora consigliere del PD Brussa, è stato finanziato (ed a breve vi sarà la formalizzazione dell’incarico da parte della Direzione Centrale della Salute) all’Università di Udine uno studio epidemiologico sui tumori femminili nell’isontino. Penso che questo ed altri Studi potranno essere una buona base di partenza per capire la reale incidenza della presenza anche della Centrale di Monfalcone (e di altri impianti – vedi inceneritori) in termini di salute delle persone.
L’ipotesi di riconversione a “carbone pulito” della Centrale presentata da A2A venerdì scorso, la “novità” relativa alla co-combustione carbone/rifiuti, l’ennesima conferma che il protocollo d’intesa sulla conversione a metano della Centrale non sarà rispettato, non può che far ribadire che il carbone a Monfalcone e nel territorio ha fatto il suo tempo. Di fronte a tale prospettiva, la città ed il territorio nel suo insieme non possono essere esclusi a priori da un percorso partecipativo che deve coinvolgere la cittadinanza di Monfalcone e dei paesi limitrofi (i Comuni di Città Mandamento e Grado), tutti direttamente o indirettamente coinvolti dalla presenza della Centrale A2A.
Perché quindi non pensare ad un Referendum Consultivo per il monfalconese e Grado sulla presenza o meno della Centrale o sulla nuova ? Nel 1996 il Referendum fu fatto per il rigassificatore SNAM (quella sì fu un’occasione persa) ed oggi ne stiamo subendo le conseguenze in termini negativi.
Rimane aperto il problema occupazionale, di gestione delle quasi 500 persone dirette ed indirette oggi occupate, sulle quali il territorio (imprese ed enti locali) dovrà impegnarsi nella ricollocazione e riconversione professionale.
 
Diego Moretti
Consigliere regionale PD
 
Trieste, 26 luglio 2013