Scuola: Da Giau (Pd), Giunta fa entrare la politica nella didattica

La Giunta ammette in modo vergognoso e allarmante di voler ingerire politicamente nelle scelte di insegnati e scuole facendosi beffa dell’autonomia di istituti e docenti

28.03.19. «La Giunta ammette in modo vergognoso e allarmante di voler ingerire politicamente nelle scelte di insegnati e scuole facendosi beffa dell’autonomia di istituti e docenti e a scapito della libera educazione di bambini e ragazzi della nostra Regione». A dirlo è la consigliera regionale del Pd, Chiara Da Giau commentando la risposta dell'assessore all'Istruzione, Alessia Rosolen a un'interrogazione del consigliere della Lega, Stefano Mazzolini.
«Le preoccupazioni sul vaglio ideologico volto alla trasmissione del proprio pensiero unico che la giunta Fedriga si è messa in condizioni di esercitare abrogando i finanziamenti ai progetti didattici speciali proposti dalle scuole e sostituendoli con progetti decisi dalla Regione, sono state confermate dalle inaccettabili affermazioni fatte oggi in aula. Le parole che abbiamo sentito iniziano a farci preoccupare seriamente sul concetto che questa giunta ha di regionalizzazione della scuola e sulle conseguenze che potrebbe avere la stessa».
Secondo Da Giau «le parole dell'assessore sono assolutamente chiare: con le modifiche apportate alla legge 13 del 30 marzo 2018 (Interventi in materia di diritto allo studio e potenziamento dell’offerta formativa del sistema scolastico regionale) viene sancito il dispotico ingresso della politica, dei partiti e dell'ideologia nelle scelte delle autonomie scolastiche. È gravissimo e inaccettabile sostituire l’equità e la trasparenza di un bando a graduatoria con criteri di valutazione predefiniti (come era quello dei progetti speciali), con le scelte di una parte politica. Questo mortifica la libertà di espressione di scuole e territori».
Infine Da Giau attacca il leghista Mazzolini: «Sono inaccettabili il suo atteggiamento e i suoi discorsi, intrisi di razzismo nei confronti dei richiedenti asilo da lui definiti ripetutamente a priori clandestini, e di ignoranza sul mondo della scuola quando iscrive a gite di divertimento i viaggi di istruzione e mostra di non sapere minimamente cosa sia l’offerta formativa».