CREMASCHI: la salute come bene comune

La consigliera ripercorre le tappe principali delle scelte in campo sanitario

La legge sulle linee guida per la sanità della Regione FVG si inserisce in un dibattito culturale che ha animato le scelte in politica sanitaria nel mondo in questi decenni.
Ne ricordo le tappe principali.
LA STAGIONE DEI DIRITTI. Nel 1978 ad Alma Ata tutti i governi del mondo sottoscrivono la dichiarazione “salute per tutti entro il 2000”. Il diritto alla salute, solennemente enunciato nella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, è riconosciuto come diritto umano fondamentale, e l’accesso al più alto livello possibile di salute come obiettivo da perseguire a vantaggio di tutta l’umanità.
IL FALLIMENTO DEL NEO-LIBERISMO. Nel 2000 l’Organizzazione delle Nazioni Unite, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, il Fondo monetario internazionale e la Banca Mondiale, con il documento “a better world for all” riconoscono il fallimento delle politiche internazionali nell’affrontare in termini di “salute globale” i cosiddetti determinanti sociali di salute. Salute e malattia sono il risultato infatti di processi non solo biologici, ma anche economici, sociali, politici, culturali ed ambientali, cioè dei cosiddetti determinanti sociali di salute. Ribadiscono che la politica deve guidare l’economia e non l’economia guidare la politica. Riconoscono la relazione esistente, e da sempre nota al mondo sanitario, tra le condizioni di povertà e lo stato di malattia.
LA CRISI. Dal 2007 i cambiamenti nell’organizzazione globale dei sistemi sanitari divergono negli indirizzi, mentre infatti alcuni paesi del mondo emergente (BRICS) orientano i sistemi sanitari in senso universalistico, altri si trovano, a causa dei debiti accumulati e della recessione, ad apportare tagli alla spesa sanitaria pubblica e in alcuni casi, per scelta politica, a modificare in senso privatistico l’assetto del sistema sanitario. Il documento conclusivo della commissione mondiale sui determinanti sociali di salute “closing the gap in a generation” afferma che le disuguaglianze si stanno facendo sempre più evidenti anche all’interno degli stessi paesi “sviluppati” e che gli studi sul “gradiente di salute” ci dimostrano come la speranza di vita, e la speranza di vita sana, variano in base alla piramide sociale.
In Italia la spending review ha portato a tagli lineari a livello nazionale dei trasferimenti per voci quali disabilità, integrazione, immigrazione, sostegno all’infanzia e politiche di welfare; ha ribadito per altro anche la necessità di attuare misure di appropriatezza che ha considerato, in modo prioritario, rivolte al sistema ospedaliero, quali il taglio dei posti letto (a 4 per 1000 abitanti), la riduzione dei ricoveri potenzialmente inappropriati e delle degenze medie.
Ad una visione mirata a spendere meno con tagli lineari sulle spese sanitarie, si contrappone, e nella proposta di legge si ravvede questa ottica, una visione di “choosing wisely”, cioè lo “scegliere con saggezza”, una filosofia ed una pratica che sta prendendo piede nel mondo sanitario e che invita i politici ed i medici a costruire percorsi di salute e a prescrivere con saggezza prestazioni sanitarie, sostituendo alla politica dei tagli lineari quella della appropriatezza e della riduzione/abolizione degli sprechi.

Silvana Cremaschi – consigliere regionale PD del FVG