Fasiolo (Pd), dimensionamento ignora specificità e autonomie

Pubblicato il domenica 03 Dic 2023

 

TRIESTE 03.12.23 «La scelta dell’assessore Rosolen, che si è ben guardata dall’alzare la testa davanti a un decreto del ministro dell’Istruzione che allinea il Friuli Venezia Giulia con le altre Regioni, come se la nostra non fosse una Regione a statuto speciale ma ordinario, è incommentabile e ignora specificità e autonomie». Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale Laura Fasiolo (Pd) commentando la delibera attraverso la quale la Giunta regionale dà il via al dimensionamento scolastico in Fvg. «Non rivendica la necessità di salvaguardare situazioni specifiche – commenta ancora Fasiolo -, come l’insularità del comprensivo di Grado, unita alla sua originalissima lingua paleoveneta cantata da Biagio Marin, che aggrega a San Canzian, dalla orgogliosa specificità linguistica bisiaca, non difende le autonomie della città fortezza di Gradisca, cittadina friulana, distinta dallo storico comprensivo di Fogliano, area invece orgogliosamente bisiaca. Anche questo dunque un “pacchetto-dono” asservito a logiche che dovevano essere invece impugnate». Secondo l’esponente dem, «il dimensionamento produrrà danni pesanti come l’espropriazione delle specificità, la decadenza e l’assorbimento delle culture e ciò vale per tanti territori. Penso a San Pietro al Natisone, con l’ unica scuola bilingue regionale, il comprensivo Dante Alighieri di San Pietro sarà sacrificato alle stesse logiche, verrà assorbito dal convitto di Cividale e non, come invece più logico, dal comprensivo di Cividale, omogeneo per organizzazione e fasce d’età. Il comprensivo di Cividale non è stato neppure preso in considerazione, come lamenta il dirigente, oggi consigliere comunale, Nino Ciccone. E si potrebbe proseguire con altri clamorosi esempi». Infine, conclude Fasiolo, «il pannicello caldo dei 50mila euro per compensare ciascuna scuola dimensionata è il corollario finale e sa di presa in giro, quando a rimetterci saranno i territori. Non ci rimetteranno i soli presidi, ma i direttori amministrativi, il personale ata e docente, le famiglie, gli studenti. L’esperienza pregressa della razionalizzazione insegna».

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