Caso Torrenti: Shaurli, la politica non strumentalizzi e raccolga il messaggio del procuratore capo di Trieste

Pubblicato il martedì 12 Ago 2014

Basta distinguo e ricerche di visibilità, prima di tutto per rispetto del lavoro della magistratura

UDINE. «Dopo le parole del procuratore capo, totalmente condivisibili, spero e auspico che il messaggio sia raccolto anche dalla politica. Basta distinguo e ricerche di visibilità prima di tutto per rispetto del lavoro della magistratura e poi per quella riservatezza che ritengo diritto individuale». Commenta così il capogruppo del Pd, Cristiano Shaurli, le parole del procuratore capo di Trieste, Carlo Mastelloni riguardo alla vicenda giudiziaria che vede coinvolto l’assessore Gianni Torrenti. «Il Pd come ribadito più volte ritiene l'avviso di garanzia uno strumento a tutela dell'indagato e nella composizione delle liste elettorali del 2013 tutti dovrebbero ricordare, a partire dai consiglieri di lungo corso, il clima creatosi purtroppo anche per un Consiglio regionale che non si distinse dallo scandalo che investì diverse Regioni italiane». E ancora, continua Shaurli, «l'avviso di garanzia che riguarda Torrenti è collegato a materie e strutture regionali inerenti al suo referato. Con un atto sofferto ma trasparente coraggioso e credo immediatamente percepibile dai cittadini si è deciso per una sospensione temporanea nella convinzione, non solo mia, che Gianni saprà chiarire con la competenza ed onestà che lo contraddistingue in tempi rapidi e in tempi rapidi tornerà al lavoro fin qui brillantemente svolto».

 

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Cristiano Shaurli

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