Sanità: da 20 anni politica ferma per convenienza per Cividale è una sfida non un rischio

Pubblicato il sabato 26 Apr 2014

Shaurli: La riforma è un’occasione di rilancio. L’obiettivo non è chiudere ma evitare doppioni e creare coordinamento fra grandi ospedali e territorio

CIVIDALE. «Non mi sarei mai sognato di definire il consigliere Roberto Novelli e la precedente maggioranza “Attila della sanità”, il comandante Unno fece disastri ma purtroppo si dimostrò molto attivo, cosa che certo non si può dire per la classe politica di questa Regione, visto che l’ultima riforma sanitaria data il 1995 e da allora tutti hanno preferito non far niente per logiche di consenso e per la convinzione che se una cosa è ardua e impegnativa è meglio e conveniente non farla». Agli attacchi di Forza Italia, replica così il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Cristiano Shaurli che spiega come la riforma della Sanità rappresenta una «grande occasione di rilancio anche per Cividale».
Le necessarie razionalizzazioni, sostiene Shaurli, «toccheranno tutti, a partire dai grandi ospedali ma per Cividale è finalmente una grande sfida prima che un rischio». Soprattutto, continua, «l’ambizione di dare le necessarie e vere risposte ai bisogni di salute dei propri cittadini e del territorio. La speranza che, invece di agitare paure magari per un pizzico di consenso, si possa trovare persone disponibili finalmente ad assumersi l’onere delle scelte necessarie invece è un discorso molto più difficile, magari il consigliere di Forza Italia Novelli farebbe bene a partire coordinandosi con il suo vicecoordinatore regionale, Massimo Blasoni, che nello stesso giorno invece lamenta una perdita di centralità e di ruolo per il nosocomio udinese di Santa Maria della Misericordia. Delle due l’una, si direbbe».
COME CAMBIA IL SISTEMA. «Noi proponiamo di superare questa divisione fra Aziende ospedaliere e territoriali, con quest’ultime troppo spesso viste solo come committenti, perché la malattia “non ha tempo” e i servizi che si occupano della salute del cittadino devono essere assicurati 7 giorni su 7 e 24 ore al giorno, garantendo quella continuità di cura pre e post ricovero su cui possiamo ancora migliorare la nostra già buona Sanità» spiega Shaurli.
In questo contesto, conclude «i presidii ospedalieri, anche quelli più piccoli, possono trovare occasione di rilancio e finalmente obiettivi chiari, perché l’obiettivo non è chiudere ma evitare duplicazioni di servizi a diretto vantaggio della sicurezza, evitare frammentazioni e soprattutto differenziare le prestazioni sviluppando ulteriormente attività di day hospital, day surgery fino a presidii e a una sanità completamente integrata e coordinata fra grandi ospedali e territorio».

 

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Cristiano Shaurli

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