PRENDERSI CURA DEI CITTADINI CON UN SISTEMA ACCESSIBILE – MESSAGGERO VENETO

Pubblicato il lunedì 02 Ott 2023

La situazione di criticità del sistema salute è sotto gli occhi di tutti, subita dai cittadini, vissuta dagli operatori, denunciata a più riprese non solo dalla politica, ma anche da chi è in prima linea, quindi personale sanitario e medici, da sindacati e cittadini.

Più che mai è necessaria una sintesi tra portatori di interessi per perseguire obiettivi capaci di trovare soluzioni e quindi dare risposte a bisogni, perché le criticità persistono e colpiscono ogni rango, dall’emergenza ai servizi di cure e di prossimità, al sociale.

E a vivere questo contesto ci sono territori fragili, come quello montano, nei quali le problematiche si acuiscono maggiormente e a pagare sono, per primi, i cittadini che si trovano, in molti, senza il i più elementari supporti, a partire dal medico di base. Per questo serve una riflessione approfondita sulle esigenze della montagna per dare risposte alla sua gente. È necessario pensare e quindi strutturare un progetto pilota per le zone di montagna, per la Carnia, capace di fissare regole e condizioni di “ingaggio”, incentivazioni pensate per le aree disagiate dalle quali va arginata la fuga, così come di residenti, anche di medici.

L’ospedale al centro di un sistema, messo in relazione in maniera fluida con il supporto e la collaborazione di tutti, non è certo una novità, ma è qualcosa che sta vacillando in maniera preoccupante nell’Altro Friuli, un territorio che già da troppo tempo sta facendo i conti con un impoverimento generale, segnato da un profondo e inesorabile spopolamento. E proprio per questo è necessario ancor più garantire che il sistema salute e sociale sia garantito appieno.

Sono necessarie formule per incentivare i professionisti della salute a restare, comprendendo che le problematiche nelle trattative sindacali ci sono e che superano il livello regionale e proprio per questo è necessario agire sulla competenza primaria della Regione.

Va considerata come un’opportunità la “ricollocazione” di medici aziendali che dopo un’esperienza nelle strutture ospedaliere possano svolgere il ruolo di medico di vallata con una conoscenza che permetterebbe di mantenere una collaborazione efficace tra soggetti che operano sullo stesso territorio, non certo in competizione tra loro.

Questo permette di raggiungere un duplice obiettivo: rispondere alle esigenze di cure dei cittadini da un lato, e dall’altro evitare la fuga di professionisti, che possono quindi mettere a disposizione la loro competenza ed esperienza senza la frustrazione dei ritmi estenuanti di una struttura ospedaliera.

È necessario, inoltre, integrare le esigenze del territorio, ottimizzando i percorsi e i rapporti di collaborazione con gli amministratori locali (che possono dare il loro supporto con servizi di trasporto a chi ha ridotte capacità di spostamento nel caso serva raggiungere ambulatori distanti da casa), le farmacie, la case di ripose povere al momento di una prossimità sanitaria.

Tutto questo e quanto ancora necessario può essere messo a sistema, diventare un progetto pilota da realizzare coralmente e percorrere insieme. In tutto questo arriviamo al punto centrale del sistema ossia l’ospedale, che non va depauperato di competenze. È dunque necessario garantire i servizi e attività indispensabili così come anche la gestione dei servizi e visite sul territorio, riducendo al minimo lunghi e onerosi spostamenti in luoghi lontani dal territorio.

In definitiva l’obiettivo è prendersi cura dei nostri cittadini garantendo loro un sistema accessibile: questo deve essere il faro della salute pubblica e la deriva verso il privato in ogni rango non pare proprio vada in questa direzione.

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Redazione

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