CONFINE: IL SENSO

Pochi giorni il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e quello sloveno, Borut Pahor, si sono incontrati sul confine fra Gorizia e Nova Gorica per la celebrazione delle due città scelte per essere Capitale della cultura europea nel 2025.
Riporto due dichiarazioni di quell’incontro.
La prima di Mattarella: “ll coraggio di costruire gradualmente una nuova unità spirituale del continente europeo”.
Pahor: “Dobbiamo essere d’esempio e d’ispirazione per tutti coloro che credono nei valori fondamentali dell’Europa”.
Il progetto di Nova Gorica-Gorizia 2025 è un traguardo storico per l’intera nostra Regione ed è corretto che tutti ne diventiamo protagonisti.
E’ una grande opportunità per riflettere sul concetto di confine e su tutti i significati che esso può assumere.
Più il mondo si allarga nella nostra esperienza, più si cerca di difendere il locale, quello che esiste dentro i nostri confini familiari. Superare i confini è sempre stata la prerogativa umana, per necessità o solo per curiosità di esplorazione.
Il confine è sinonimo di proprietà, ma anche di limite.
Nel cercare di difendere un confine si passa la vita ad immaginare il nemico, come nel celebre romanzo di Dino Buzzati “Il deserto dei Tartari”.
Il mio augurio è che l’entusiasmo politico trasversale di questi giorni, per supportare questa candidatura, diventi un percorso di maturazione complessiva per comprendere come oggi il confine rappresenti uno spazio privilegiato per proiettarci nel futuro.





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