Piano Monfalcone: Fasiolo-Celotti (Pd), servono confronto e welfare

Pubblicato il lunedì 28 Ott 2024

 

Trieste, 28.10.24 – «La situazione di Monfalcone è sicuramente complessa e proprio per questo va affrontata con rigore e non seguendo propaganda e alimentando contrapposizione sociale. Sono necessari tavoli di confronto e azioni sul sociale a partire dall’attivazione dei piani di zona». Lo affermano le consigliere regionali Laura Fasiolo e Manuela Celotti (Pd) a margine della seduta congiunta della 5ª e 6ª commissione, riunite per le audizioni di approfondimento del Piano Monfalcone richieste dai consiglieri Enrico Bullian (Patto per l’Autonomia/Civica Fvg) e Diego Moretti (Pd).

Secondo Fasiolo, «è fondamentale che le istituzioni si interfaccino con il territorio, con le comunità come quella bengalese, attraverso una tavolo di incontro e confronto uscendo da dinamiche di scontro e di contrapposizione per mettere le famiglie monfalconesi contro quelle straniere. Questo è inaccettabile come lo è la falsa narrazione della realtà di una presunta discriminazione, a partire dal welfare, a discapito degli italiani. Tutto ciò tacendo della situazione in cui gli immigrati sono costretti a lavorare, sottopagati mentre contribuiscono a produrre il pil per il mantenimento delle nostre generazioni, per traguardare al futuro». La destra, continua «continua con questo linguaggio ottuso che non guarda né al presente, né tantomeno al futuro, denotando un’inadeguatezza delle politiche, sia regionali, sia nazionali, ignorando che il rinnovo della forza lavoro nei prossimi vent’anni non potrà giovarsi neppure dell’incremento delle nascite». Celotti insiste sulla necessità di avviare i piani di zona, «per generare un vero laboratorio per le politiche di welfare innovative. Accanto agli immigrati che lavorano a Fincantieri e sul territorio ci sono anche le loro famiglie, che rappresentano un elemento di stabilità e di integrazione. Serve quindi investire sui servizi, per affrontare le problematiche, invece di continuare a negare la realtà. E si coinvolgano sindaci, tecnici, terzo settore e anche Fincantieri, in un ripensamento delle politiche per la famiglia che può rappresentare una sperimentazione regionale». La Regione, conclude infine Celotti «riprenda quindi ad avere un protagonismo per diventare attrattiva e per garantire una buona qualità di vita alle famiglie straniere che arrivano sul territorio, perché anche da qui passa un’integrazione positiva».

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