Logistica: Martines (Pd), Regione ascolti appello su progetto Porpetto

Pubblicato il mercoledì 21 Mag 2025

Trieste, 21.05.25 – «Regione e Consiglio non ignorino l’appello dei cittadini con il quale si vuole mettere la parola fine al paventato polo logistico in progetto a Porpetto che distruggerebbe ettari di aree agricole, in una realtà già appesantita da diverse infrastrutture». Lo afferma il consigliere regionale Francesco Martines (Pd), presente oggi alla consegna, da parte del comitato “No polo logistico-difendiamo il territorio”, della petizione, che raccoglie circa 3.200 firme, al presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin.

«Nella bassa friulana – chiarisce – è certamente importante avere una struttura del genere ,che crea posti di lavoro, ma è necessario trovare un’alternativa, come può esserlo l’interporto di Cervignano dove ci sono ampi spazi inutilizzati che permetterebbero anche di avere un collegamento diretto con la rete ferroviaria». Secondo Martines, «un mega polo logistico da 150mila metri quadrati, con una struttura alta 20 metri e che consumi altro suolo è un progetto folle che va scongiurato in tutti i modi possibili: è necessario lavorare alle ipotesi alternative che sicuramente ci sono». Un plauso, continua, «va al comitato che in modo serio ha ascoltato il territorio e illustrato in maniera trasparente le ripercussioni negative di un tale intervento sulla comunità».

«Questa vicenda ricorda quanto avvenuto con il progetto dell’acciaieria a San Giorgio e porta con sé tre elementi deficitari: mancanza di informazione e necessaria conoscenza del progetto; l’assenza di un fondamentale percorso con il territorio; nessun coinvolgimento della Regione».

In un contesto in cui, attraverso l’impostazione di nuove normative e discussioni sulla prima variante al Piano di governo del territorio (Pgt) si sta ragionando in termini di processi di sviluppo nella direzione della sostenibilità ambientale, soprattutto, senza consumo di suolo, continua Martines, «non si riesce a immaginare che si possa insediare in un’area di fatto già fortemente urbanizzata e ricca di grandi infrastrutture, una nuova struttura di dimensioni imponenti, impattanti e sproporzionate rispetto al contesto urbanistico dell’area; è una scelta devastante per tutto quel territorio».

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