Mozione in Consiglio per chiedere al Governo di favorire il tavolo tra le parti
Udine, 20.06.25 – «I lavoratori e le lavoratrici del settore metalmeccanico vanno ascoltati e sostenuti. Nella nostra regione se ne contano 50mila e rappresentano un pilastro di quella manifattura che è la spina dorsale dell’economia del Friuli e dell’intera regione. Di ciò deve prendere pienamente coscienza la politica e in questo senso va la mozione che presentiamo affinché la Regione faccia appello al Governo nazionale perché favorisca il tavolo tra le parti e un accordo significativo per i lavoratori». Lo afferma il consigliere regionale Massimiliano Pozzo (Ud) presente oggi al partecipato sciopero a Udine dei metalmeccanici, organizzato in modo unitario da Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, impegnate dopo oltre un anno di assenza di contratto al rinnovo contrattuale nazionale di settore.
Secondo Pozzo è «inutile continuare con la politica degli slogan a scapito delle azioni concrete, una responsabilità, questa, che pesa in maniera trasversale da 30 anni. L’Italia è maglia nera sui redditi e lo dimostra in ogni settore. Le difficoltà sono diffuse nei comparti del commercio e dell’artigianato, nell’agricoltura e nella pesca, nei servizi e nel turismo, tra i dipendenti del settore pubblico e in particolare nella sanità, negli enti locali, nella scuola, nelle forze dell’ordine. E ancora nei trasporti, con le complessità che vivono gli autisti e operatori del trasporto pubblico in generale».
Pozzo sottolinea quindi che «il problema dei redditi è diffuso in tutti i settori e i metalmeccanici possono essere gli apripista di condizioni migliori di reddito per tutti. Sicuramente per chi lavora in Italia e in regione c’è aspettativa di miglioramenti anche sulla sicurezza, sul welfare, sulla qualità, ma la questione dei salari è prioritaria e deve esserci un impegno trasversale politico e delle categorie per alzare gli stipendi».
La metalmeccanica, ricorda infine il consigliere dem, «rappresenta il 50 per cento della manifattura a livello nazionale, oltre il sei per cento del pil. Sappiamo quanto difficile oggi è affrontare lo scenario economico, anche per le imprese, tra incertezze, dazi, e costi energetici. Non banalizziamo le difficoltà del fare impresa, ma serve fare sistema e capire che sostenere i lavoratori e le lavoratrici è un passo importante anche per la competitività economica e per un Paese che riparte veramente».