Giustizia: Fasiolo (Pd), per rendere servizio efficace serve personale

Pubblicato il sabato 29 Mar 2025

 

Palmanova, 30.03.25 – «Se la giustizia deve rendere un servizio efficace ai cittadini, è impensabile che non venga affrontato il problema della carenza del personale». Lo afferma la consigliera regionale Laura Fasiolo (Pd) presente al congresso regionale delle Camere penali del Fvg che si è tenuto a Palmanova al teatro “Gustavo Modena”

«Il congresso odierno rappresenta un’occasione per ribadire che l’efficienza delle funzioni della magistratura è strettamente legata alla presenza di personale non solo giudiziario, ma amministrativo, drammaticamente carente. A fronte di una crescente complessità e incertezza normativa che vede un infittirsi di norme nei settori penali e civile, a fronte di ben quattro riforme della giustizia in otto anni, ci troviamo in una situazione del personale che impedisce di affrontare la quotidianità nei tribunali» continua l’esponente dem. «La situazione del personale degli uffici giudiziari del Fvg è preoccupante, in particolare a Gorizia, sotto organico per oltre il 50 per cento. Il rischio è di rallentare le attività con pesanti conseguenze per cittadini e imprese». Su questo tema, Fasiolo aveva chiesto di convocare un’audizione in 5ª e in 1ª commissione, «ma nonostante solleciti verbali e scritti, siamo in attesa da ormai un anno. L’auspicio è che il Consiglio colga i problemi per portarli all’attenzione della Giunta, perché a sua volta si attivi stipulando protocollo d’intesa che permetta al ministero della Giustizia, attraverso un’apposita convenzione, di attingere alle graduatorie concorsuali regionali per rinforzare i propri organici negli uffici giudiziari regionali». Quanto poi al sovraffollamento delle carceri, conclude Fasiolo, «si auspica un cambio di rotta: il carcere è luogo di rieducazione, non di afflizione: spazi ristretti, sovraffollamento e povertà di progetti rieducativi sono condizioni che rendono difficile il reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute. Le carceri vanno intese come luoghi di speranza e non i tunnel della disperazione».

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