Salute: Fasiolo (Pd), sostegno a mozione su salute mentale

Pubblicato il martedì 14 Mag 2024

14.05.24 «Non posso che esprimere parere positivo e sostegno della mozione 54 Honsel-Grilli sulla salute mentale e, in particolare, sul disturbo borderline, attraverso la quale si chiede alla Regione di attuare e in modo fattivo le disposizioni generali dei livelli essenziali di assistenza (contenuti nel dpcm 12 gennaio 2017), cioè assistenza sociosanitaria alle persone con disturbi mentali e assistenza sociosanitaria semiresidenziale e residenziale alle persone con disturbi mentali». Lo afferma la consigliera regionale Laura Fasiolo (Pd) a margine del dibattito sulla mozione 54.

«Tanto per capire l’ampiezza epidemiologica del fenomeno, i disturbi di personalità borderline colpiscono l’1,7% della popolazione in forme più o meno serie e il 15-28% delle persone in condizione di malattia psichica ricoverate in strutture specifiche o ospedali. Su questa scorta, quattro sono gli impegni che la mozione chiede alla Giunta: garantire, esplicitandone nel dettaglio le caratteristiche, i servizi previsti dal decreto; formare e reclutare personale adeguato a garantire specifiche cure; dare applicazione all’integrazione sociosanitaria al fine di recuperare le persone malate; dare adeguato supporto alle famiglie». Per quanto riguarda il primo impegno, continua Fasiolo, «va ricordato che i lea fissano un requisito minimo di servizio da garantire su tutto il territorio nazionale e che ormai sono l’unico “collante” del servizio sanitario nazionale. È bene ricordare che, de facto, ciascuna regione italiana (ordinaria o speciale che sia) deve sì garantire i lea, ma li può declinare come meglio crede e ha ampia libertà organizzativa e che l’Italia, quindi, ha venti sistemi regionali diversi tenuti insieme, appunto, dai soli lea. Ciò detto i due articoli richiamati (il 26 e il 33) fissano dei paletti e soprattutto definiscono che gli interventi e i servizi avvengono sulla base di un progetto personalizzato e su una valutazione multidisciplinare che indirizzeranno il paziente e la famiglia verso i servizi ritenuti più opportuni e, ove possibile, condivisi. L’esplicitazione dettagliata dei contenuti dei servizi attengono in larga misura alle singole regioni. Pertanto è bene chiedere che vengano rispettati i lea, ma è anche meglio chiedere che venga attuato sia il percorso diagnostico terapeutico assistenziale, sia la regolamentazione (alla stregua dei servizi residenziali per anziani, ad esempio) dei servizi erogati con la definizione dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi (personale). Quanto al reclutamento e alla formazione, inoltre, sono essenziali, ma la carenza di personale specializzato è una questione che riguarda l’intero comparto sanitario, non solo l’area della salute mentale. Dare applicazione dell’integrazione sociosanitaria l’integrazione sociosanitaria è già prevista in diverse norme della regione almeno dal 1995 e ormai fa parte del dna delle politiche regionali. E ancora dare supporto alle famiglie in tema del burnout costrette da compiti di assistenza non riguarda solo i parenti di persone con disturbi borderline. La legislazione regionale è in più casi intervenuta in tal senso: si pensi ai ricoveri di sollievo della legge regionale 10 del 1998 (anziani – rsa) o alla più recente legge sui caregiver che si attaglia anche ai familiari di persone con disturbi mentali. Nell’ambito dell’assistenza distrettuale, domiciliare e territoriale ad accesso diretto, il servizio sanitario nazionale garantisce alle persone con disturbi mentali la presa in carico multidisciplinare e lo svolgimento di un programma terapeutico individualizzato, differenziato per intensità, complessità e durata, che include le prestazioni, anche domiciliari, mediche specialistiche, diagnostiche e terapeutiche, psicologiche e psicoterapeutiche, e riabilitative, mediante l’impiego di metodi e strumenti basati sulle piu’ avanzate evidenze scientifiche L’assistenza sociosanitaria semiresidenziale e residenziale alle persone con disturbi mentali ripresa dall’art. 33 garantisce alle persone con disturbi mentali, la definizione di un programma terapeutico individualizzato e presa in carico, i trattamenti terapeutico-riabilitativi e i trattamenti socio- riabilitativi, con programmi differenziati per intensità, complessità e durata».

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