CELOTTI: relazione di minoranza sul DDL 59

Pubblicato il lunedì 20 Ott 2025

Relazione di minoranza sul DISEGNO DI LEGGE N. 59 Disposizioni in materia di innovazione sociale per lo sviluppo e l’attrattività del territorio regionale

Presentato dalla Giunta regionale l’11 agosto 2025

Egregio Presidente, Gentili Colleghe e Colleghi,
il Disegno di Legge n. 59 che stiamo per discutere rappresenta sicuramente un tentativo di intercettare i fenomeni socio-demografici del nostro presente, garantendo maggiore organicità alle misure presenti e programmate, puntando all’innovazione sociale e sull’attrattività e riconoscendo la complessità dell’ambito di intervento della proposta normativa.
Apprezziamo in particolare, e vogliamo evidenziarlo, alcuni approcci e obiettivi di merito e di metodo, dei quali condividiamo l’importanza e la strategicità, presenti anche nella PdL n. 64 dal titolo “Nuovo welfare FVG per le famiglie” recentemente depositata e che rappresenta l’esito di un percorso partecipato di confronto e approfondimento con cittadine e cittadini, parti sociali e rappresentanze. Un percorso che ci ha portati a costruire una proposta organica di innovazione del sistema di welfare per le famiglie con figli, quale primo e generativo tassello di un sistema di riforme articolato e multisettoriale, con l’obiettivo di garantire alle famiglie di oggi, dovunque vivano in regione e da dovunque vengano, i servizi necessari in termini di conciliazione fra tempi di cura e di lavoro e in termini di supporto educativo e di socializzazione per i bambini e le bambine. Riteniamo infatti che un Piano straordinario di potenziamento dei servizi possa promuovere un cambiamento fondamentale nel tessuto socio- economico regionale, garantendo così una migliore qualità della vita a chi vive in Friuli Venezia Giulia, ma anche una maggiore attrattività regionale, oltre che una risposta ai bisogni contingenti di cittadini, famiglie e imprese e possa rappresentare inoltre uno strumento fondamentale per costruire una reale parità di genere fra donne e uomini.
Condividiamo in particolare lo scenario che è stato descritto e delineato nella relazione che accompagna la norma, e che individua nel calo demografico, nella denatalità, nell’invecchiamento della popolazione, nella fuga dei giovani e nelle dinamiche economiche ed occupazionali, con particolare riferimento alla precarietà lavorativa, al tema dei part-time, alla stagnazione dei salari e all’inflazione crescente, gli elementi che impattano sul nostro presente, condizionando il futuro della nostra Regione.
Riconosciamo che questo scenario è stato descritto evidenziando criticità e sfide, abbandonando quindi quella lettura eccessivamente positiva dei dati e delle informazioni alla quale la Giunta regionale ci ha abituati in questi anni, per restituire invece un elemento di realtà quale punto di partenza necessario per qualsiasi ragionamento sulle possibili strategie di fronteggiamento e sulle politiche necessarie per definire ed attuare un progetto di futuro.
Condividiamo inoltre la preoccupazione per la tenuta del nostro sistema socio-economico e vogliamo sottolineare quanto sia urgente, a partire dalle evidenze che ormai costituiscono un patrimonio di informazioni abbastanza diffuso, anche all’interno del Consiglio regionale, progettare e poi finanziare politiche e misure che delineino un sistema di welfare rinnovato ed efficace, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone e delle famiglie che vivono nella nostra Regione e di potenziare l’attrattività regionale, rispetto a quanti e quante potrebbero decidere di tornare, di arrivare o di non partire.
Come abbiamo avuto modo di sottolineare in diverse occasioni, siamo convinti che i modelli che hanno sostenuto e guidato lo sviluppo della nostra Regione, quantomeno dal post-terremoto in poi, siano ormai inadeguati per fronteggiare un presente che presenta sfide nuove e situazioni di partenza molto diverse.
È quindi necessaria una visione nuova ed è necessario avviare un movimento riformatore che coniughi le nuove politiche di welfare per le famiglie con una quanto mai urgente e fondamentale strategia che implementi il sostegno alle politiche di welfare per le famiglie, che favorisca il sostegno e rilancio del mondo economico, dell’industria, delle piccole e medie imprese, del commercio, del turismo. L’innovazione del sistema di welfare dovrà coniugarsi con la costruzione di politiche realmente impattanti dedicate ai giovani e con il potenziamento delle politiche volte a concretizzare la parità di genere tra uomo e donna, sul piano politico, culturale, civile, lavorativo. Dovrà integrarsi con una serie di strategie per il governo dell’immigrazione, che superino gli approcci ideologici e securitari e affrontino seriamente i temi della convivenza, dell’integrazione e della stabilizzazione delle persone che o decidono di venire a vivere nella nostra Regione oppure, sempre più frequentemente, vengono chiamate a prestare la propria opera lavorativa nelle aziende del Friuli Venezia Giulia. Dovrà infine coniugarsi con una quanto mai urgente definizione di nuove politiche per l’Abitare (questione della quale si fanno sempre più carico, ad esempio, le aziende che chiamano lavoratori da fuori regione), perché la Casa è elemento fondante di qualsiasi ragionamento sui diritti di cittadinanza sociale, in relazione a giovani, famiglie, anziani o persone immigrate.
Riteniamo quindi questo DDL un primo passo, cui dovranno necessariamente seguirne altri, ma lo riteniamo un passo cruciale, perché una coraggiosa revisione del sistema di welfare potrebbe generare dinamiche di cambiamento importanti e positive su piani diversi e su orizzonti temporali di medio e lungo periodo. Proprio per questo auspichiamo che il confronto in Aula possa essere costruttivo e debba puntare alla maggiore condivisione e trasversalità possibile.
Lascia ben sperare che all’interno dell’articolato si ritrovino, seppure con sfumature diverse, alcune misure e proposte che il nostro gruppo ha avanzato in questi anni (nell’attuale e nella precedente legislatura), anche in modo reiterato nei diversi passaggi normativi che hanno visto coinvolta l’Aula.
Condividiamo inoltre, anche perché rappresenta uno degli elementi fondanti della nostra PDL, la necessità di affrontare l’innovazione del sistema di welfare in modo condiviso fra istituzioni (con particolare riferimento a Regioni, Comuni in forma singola o associata e Istituzioni Scolastiche Autonome nel quadro del PTOF), con il variegato mondo del Terzo Settore e con le rappresentanze del mondo produttivo e sindacale. Questo metodo, innovativo anch’esso, consente infatti di valorizzare le sinergie tra i diversi soggetti territoriali, consente di valorizzare i servizi e le progettualità già esistenti, riconoscendo il protagonismo al territorio, in un’ottica di concreta e non solo declamata sussidiarietà, consapevoli che il pubblico deve costruire e potenziare una funzione di governo di un sistema articolato, che negli anni ha visto consolidarsi la presenza e l’impegno di soggetti diversi.
Riteniamo però che sia necessario definire quale sia la dimensione territoriale ottimale per sviluppare una Programmazione condivisa e partecipata dei servizi di welfare, con particolare riferimento a quelli di supporto delle famiglie con figli. Riteniamo che tale programmazione territoriale debba trovare uno spazio all’interno del Programma triennale di politiche integrate per la famiglia di cui alla L.R. 22/2021 e riteniamo che a regime tali piani possano rappresentare la declinazione e l’attuazione territoriale degli standard di accessibilità, organizzazione e qualità del servizio da definire a livello regionale. Un passaggio fondamentale, questo, perché afferma la necessità di implementare e rendere quanto più possibile omogenea sul territorio l’offerta di servizi di conciliazione e supporto educativo a sostegno delle famiglie, con particolare riferimento ai servizi zero – tre e tre – sei, progetto con il quale la scuola è invitata a misurarsi per costruire un sistema veramente integrato di servizi educativi, ma anche ai servizi di integrazione dell’orario scolastico (pre e post accoglienza, doposcuola ecc.) e di copertura dei periodi di sospensione dell’attività didattica (centri estivi e centri vacanze), puntando a costruire un sistema universalistico e gratuito, attuato e declinato a livello dei singoli contesti territoriali e sostenuto economicamente dalla Regione.
Per programmare il proprio futuro le famiglie, soprattutto quelle giovani, e soprattutto quelle immigrate da altri territori, che non possono contare sulla presenza e sul supporto della famiglia di origine, devono poter avere certezza di accesso a un sistema di servizi prossimo, economicamente sostenibile e disponibile, perché, è evidente, la sola politica dei bonus non basta per determinare un’inversione di tendenza rispetto al fenomeno della denatalità, né per aumentare l’attrattività regionale.
Sarebbe anzi assolutamente necessario, alla luce degli scenari socio-demografici regionali da un lato, e della attuale enorme disponibilità di risorse economico-finanziarie dell’altro, accettare la sfida e definire delle priorità, finanziando un Piano straordinario di implementazione dei servizi di welfare per le famiglie con figli, che assicuri, in un arco temporale compatibile con gli scenari e i bisogni già oggi emersi con forza, l’aumento dei posti di nido necessari a rispondere ai bisogni delle famiglie e l’attivazione, in ogni area territoriale, dei servizi integrativi dell’orario scolastico.
Rileviamo inoltre che rimane ancora aperto il tema della residenza quale criterio per l’accesso a numerosi servizi e rileviamo altresì che un limite escludente, seppure ridotto da 24 a 12 mesi, risulta incoerente con l’obiettivo dichiarato della presente DDL di aumentare l’attrattività della Regione stessa. Sarebbe anzi opportuno prevedere uno specifico pacchetto di misure volte a supportare l’inserimento e l’inclusione di quanti decidano di venire a vivere nella nostra Regione, o per scelta volontaria, o perché chiamati dalle imprese del sistema produttivo regionale.
Rimane inoltre non sufficientemente affrontata, nonostante come Gruppo l’abbiamo posta più volte, la questione di garantire servizi potenziati alle famiglie con ISEE più basso, una richiesta la nostra, che non si focalizza tanto sull’attivazione di misure puramente assistenziali, ma sul potenziamento delle misure di promozione esistenti a favore di coloro che hanno una minore capacità economico-reddituale.
Infine, riteniamo necessario spingere ulteriormente, attraverso l’individuazione di criteri premianti nei bandi e di linee contributive specifiche, per promuovere un approccio innovativo al welfare da parte delle imprese, non solo in termini di fringe benefit, ma anche di offerta di servizi e di definizione di politiche aziendali o previsioni contrattuali che garantiscano condizioni paritarie fra lavoratrici e lavoratori, soprattutto rispetto ai carichi di cura e al tema dei congedi parentali.
Alla luce di queste posizioni ci apprestiamo a partecipare in modo costruttivo e propositivo alla discussione del DdL 59, riservandoci di presentare emendamenti per modificare, integrare e migliorare una norma che riteniamo fra le più strategiche di questa legislatura, auspicando che proprio per questo possano trovare un’ampia condivisione.
Una norma che alla luce del potenziale impatto riteniamo debba necessariamente prevedere una clausola valutativa, che consideri anche l’impatto dei provvedimenti sul raggiungimento di una vera parità di genere, insieme alla garanzia di un coinvolgimento della Commissione competente per la futura definizione della programmazione attuativa di competenza regionale.

CELOTTI

Relazione presentata alla Presidenza il 20 ottobre 2025

4051 - CEL relazione di minoranza DDL 59

Ne parlano

Manuela Celotti

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