Relazione di maggioranza sulla Proposta di Legge n. 30 Istituzione di una Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna
Presentata dalle Consigliere Buna, Capozzi, Celotti, Fasiolo, Liguori, Massolino, Pellegrino, Spagnolo
il 5 novembre 2024
TESTO BASE
abbinata allo STRALCIO N. 18-02
Modifiche alla legge regionale 21 maggio 1990, n. 23 (Istituzione di una Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna)
Egregio Presidente, Gentili Colleghe e Colleghi,
con questa Proposta di Legge, sottoscritta dalle Consigliere regionali, di Maggioranza e Opposizione, portiamo all’attenzione del Consiglio regionale una revisione organica della Legge regionale n.23 del 21 maggio 1990, modificata dalla L.R. 11/2018, istitutiva della Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna.
Una Proposta di Legge politicamente trasversale, frutto di un percorso di confronto che si è svolto all’interno della Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna durante il primo semestre di quest’anno, coinvolgendo le Commissarie e le Consigliere regionali nell’elaborazione di una proposta emendativa organica e articolata, che ha contribuito in modo fondamentale a definire i contenuti della PdL 30 oggi in discussione.
Questo iter virtuoso, che ha restituito alla CRPO il compito di valutare e poi di proporre le modifiche da apportare alla norma originaria, ha consentito di valorizzare la Commissione stessa e di rinforzare il ruolo delle Consigliere regionali, componenti di diritto della Commissione, nella loro funzione di raccordo fra la Commissione e il Consiglio regionale.
Quello che si è svolto negli scorsi mesi è stato un percorso complesso ma molto interessante e proficuo, che ha permesso di costruire una sintesi tra le diverse sensibilità delle donne che hanno lavorato alla definizione delle proposte di modifica, con l’obiettivo, trasversale, di rinforzare e potenziare la Commissione pari opportunità nel suo ruolo di verifica, indirizzo e proposta nei confronti del Consiglio e della Giunta regionale, delle Istituzioni in generale e della società civile, per quanto riguarda la promozione delle pari opportunità fra uomo e donna, ma anche nel suo ruolo di rappresentanza delle istanze che emergono dal mondo delle Associazioni e delle organizzazioni che in questa Regione si occupano di parità e del sostegno e della tutela delle donne.
Le Istituzioni hanno un compito pedagogico importantissimo nel promuovere e sostenere i cambiamenti sociali e culturali necessari per raggiungere una vera parità di genere. La parità, così come le Pari opportunità, rappresentano un imprescindibile elemento di civiltà, ma rappresentano anche una risposta fondamentale alle esigenze di una società in profondo cambiamento, che necessita di una maggiore presenza e rappresentanza femminile in tutti gli ambiti decisionali, a partire da quello politico e istituzionale. La CRPO in questo senso è uno strumento fondamentale di indirizzo, proposta e verifica, nei confronti del Consiglio e della Giunta regionale. La Commissione, come recita l’art.2 comma 1, “svolge le proprie funzioni in campo istituzionale, economico, sociale e culturale per rimuovere gli ostacoli che di fatto costituiscono discriminazione diretta e indiretta nei confronti delle donne”. Un comma importantissimo, perché riconosce che sono le donne a subire la condizione di non parità e finanche di discriminazione.
Ostacoli che anche nella nostra Regione esistono, così come esistono le disparità e le discriminazioni, che vanno riconosciuti e che possono essere superati attraverso una legislazione coraggiosa, e attraverso politiche e misure mirate, che dipendono dalla volontà di questo Consiglio regionale e della Giunta, e che nella loro esistenza ed efficacia rappresenteranno un elemento di valutazione del grado di progresso che la Maggioranza che attualmente governa questa Regione sarà in grado di determinare. Le priorità si chiamano politiche di conciliazione e servizi di supporto alle famiglie, congedi paritariamente obbligatori, contrasto ad ogni forma di violenza fisica, psicologica o economica nei confronti delle donne, supporto alle vittime di violenza, agli orfani e alle famiglie delle vittime di femminicidio, promozione di una cultura del rispetto e dell’inclusione. Ma per quanto ci riguarda e per quanto attiene all’Istituzione della quale facciamo parte si chiamano anche “doppia preferenza di genere” e “linguaggio rispettoso della parità di genere”, che sono basilari per garantire una maggiore presenza delle donne in Consiglio regionale e anche in Giunta.
Il femminicidio e la violenza sono gli estremi più tragici e inaccettabili di una cultura patriarcale che ancora sottende al nostro sistema sociale, culturale, economico e politico, condizionandone le dinamiche e rallentando o impedendo il processo di raggiungimento della parità di genere. Per sconfiggere la violenza nei confronti delle donne e per eliminare gli ostacoli che costituiscono elementi di discriminazione, o che comunque determinano condizioni e opportunità non paritarie, è necessario innanzitutto superare questa cultura patriarcale, che peraltro condiziona il modo di pensare e di vivere sia degli uomini che delle donne. Non possiamo limitarci a condannare la violenza contro le donne, o ad auspicare una maggiore parità, dobbiamo riconoscere questa dinamica e contrastarla, perché solo così cambieremo le cose, e rispetto a questo il compito della CRPO risulta fondamentale.
Capiamo allora perché la PdL 30, che propone di emendare in modo organico la Legge costitutiva della CRPO, rappresenta un passaggio importante in questo percorso.
Tra le numerose modifiche rappresentate nella PdL 30 originario e negli emendamenti presentati in Commissione, voglio sottolineare un passaggio fondamentale in termini di democraticità, laddove all’art.4 comma 2 si prevede che le/i componenti della Commissione vengano eletti dal Consiglio regionale e non più nominate/i dal Presidente della Giunta regionale, mantenendo nel contempo un collegamento forte con i movimenti delle donne, con le associazioni che si occupano della partecipazione paritaria di donne e uomini alla vita economica e sociale del territorio regionale, e con le organizzazioni imprenditoriali e sindacali maggiormente rappresentative a livello regionale, che ne devono sostenere la candidatura.
Al comma 7 dell’art.2 si prevede che la Commissione invii annualmente al Consiglio regionale e alla Giunta regionale una relazione sulla condizione della donna nella Regione e sullo stato di attuazione degli obiettivi delle pari opportunità. La relazione va posta “in discussione entro novanta giorni dal deposito in Consiglio regionale, previa audizione nella Commissione permanente competente della Presidente della Commissione” un passaggio fondamentale per aumentare la consapevolezza di consigliere e consiglieri e di assessore e assessori rispetto a questo macro-tema, al fine, continua la proposta normativa “di promuovere congrue azioni legislative volte a migliorare la condizione della donna”. Si sancisce quindi la funzione di indirizzo che la CRPO può avere nei confronti del Consiglio e della Giunta regionali, affinché le informazioni e le riflessioni contenute nella relazione possano fare base per un’azione legislativa volta al raggiungimento della parità di genere e comunque al miglioramento della condizione della donna. Accanto a questo rimane il ruolo di vigilanza sull’attività legislativa regionale e sul rispetto della disciplina in materia di parità relativa alle nomine di competenza regionale.
Al comma 1 dell’art.3 si esplicita l’autonomia che deve contraddistinguere la CRPO, prevedendo che “La Regione assicura alla CRPO lo svolgimento della sua attività in condizione di autonomia, libertà, indipendenza ed efficacia e provvede a dotare gli Uffici competenti di adeguate risorse umane e strumentali” armonizzando la CRPO con quanto previsto per gli altri Organi di garanzia del Consiglio regionale.
Al comma 3 dell’art.4 si introduce inoltre una previsione dinamica sulla composizione della Commissione, stabilendo che “Le/gli elette/i appartenenti al genere maggiormente rappresentato in Consiglio regionale non possono superare la percentuale che nello stesso è rappresentato dal genere opposto”, riconoscendo quindi una rappresentanza inversamente proporzionale, svincolata da quote prestabilite, che ha il chiaro compito di tutelare maggiormente il genere meno presente in Consiglio, che nella XIII Legislatura attualmente in corso, è bene ricordarlo, è quello femminile, con una marcata sproporzione, che vede la presenza di 9 donne a fronte di 48 componenti l’Assemblea legislativa del Friuli Venezia Giulia.
A conclusione di questo percorso, anche a nome della collega Laura Fasiolo e del Gruppo consiliare del Partito Democratico, voglio ringraziare le Commissarie e le colleghe Consigliere con le quali abbiamo condiviso ragionamenti importanti, competenze, punti di vista e differenze, riuscendo infine a trovare una sintesi unitaria. Ringrazio inoltre gli uffici che hanno dimostrato grande disponibilità e competenza nel supportare il lavoro della Commissione e poi il veloce iter che la trasversalità di questa Proposta di Legge ci ha consentito di percorrere.
Chiudo questa relazione riportando alcuni tratti del paragrafo finale della Relazione, sottoscritta da tutte le consigliere regionali, che ha accompagnato la PdL 30 nel passaggio in Commissione V. “A quasi trentacinque anni dall’entrata in vigore della L.R. 23/1990, si ritiene, anche alla luce delle disparità ancora presenti nelle condizioni socio-economiche ed esistenziali fra uomo e donna e nelle minori opportunità a queste ultime garantite, come dimostrano i dati sull’occupazione femminile, sulle retribuzioni, sulle possibilità di carriera, sulla presenza delle donne all’interno delle istituzioni e in generale nei luoghi decisionali, e come dimostra la presenza di sole 9 Consigliere regionali elette nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, a fronte di 48 componenti totali l’Assemblea, che sia necessario intensificare l’impegno di questa Regione nel promuovere la parità tra uomo e donna e che la Commissione regionale per le Pari Opportunità tra uomo e donna sia e debba essere ancora di più strumento di questo cambiamento”.
Manuela Celotti
Trieste, 18 novembre 2024
1955 - CEL Relazione PdL 30