Mozione n.
OGGETTO: Adeguamento delle strutture pubbliche regionali per la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) a seguito dell’ampliamento della platea degli aventi diritto.
Proponenti: CELOTTI, MORETTI, CARLI, CONFICONI, COSOLINI, FASIOLO, MARTINES, MENTIL, PISANI, POZZO, RUSSO, BULLIAN, CAPOZZI, HONSELL, LIGUORI, MASSOLINO, MORETUZZO, PELLEGRINO, PUTTO
Il Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia
PREMESSO che
• la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) rappresenta un insieme di tecniche clinico-biologiche finalizzate ad aiutare il concepimento in tutti quei casi in cui esso sia reso impossibile o altamente improbabile per cause di infertilità o sterilità, con un impatto rilevante sia dal punto di vista sanitario sia da quello sociale;
• Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, circa il 15% delle coppie italiane in età fertile presenta problemi di fertilità, e le richieste di accesso alla PMA sono in costante crescita anche per effetto del progressivo innalzamento dell’età media della prima gravidanza e di fattori ambientali e sanitari;
• Il D.P.C.M. 12 gennaio 2017, recante l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), ha incluso la PMA tra le prestazioni garantite dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) per tutte le coppie infertili, indipendentemente dallo stato civile o dall’orientamento sessuale, ampliando di fatto la platea dei potenziali beneficiari;
CONSIDERATO che
• dal Registro Nazionale PMA (consultato in data 6 giugno 2025), risultano attualmente operativi in Friuli Venezia Giulia i seguenti Centri per la PMA:
o Casa di Cura Policlinico San Giorgio – Pordenone – Privato
o Centro Medico Torre srl – Pordenone – Privato
o Centro Salute Donna e Bambino – San Vito al Tagliamento – Privato
o SSD Procreazione Medicalmente Assistita – Presidio Ospedaliero per la Salute, Sacile – Pubblico (ASFO – Friuli Occidentale)
o SCR Fisiopatologia della Riproduzione e PMA – IRCCS Burlo Garofolo, Trieste – Pubblico
o Centro di PMA San Daniele – San Daniele del Friuli – Pubblico
o Policlinico Città di Udine SpA – Udine – Privato convenzionato
CONSIDERATO altresì che:
• a livello nazionale l’età massima per l’accesso alla procreazione medicalmente assistita (PMA) è stata estesa a 46 anni, come stabilito dal cosiddetto “Decreto Tariffe”, adottato con Decreto del Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze n. 272/2024, in attuazione dell’Intesa Stato-Regioni del 14 novembre 2024, ed entrato in vigore il 30 dicembre 2024, che ha aggiornato il nomenclatore delle prestazioni comprese nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA);
• l’accesso alla PMA era stato già incluso nei LEA con il DPCM 12 gennaio 2017, ma il limite di età per la donna a 46 anni è stato esplicitamente definito con il citato Decreto Tariffe;
• in tale contesto normativo, risulta presumibile un progressivo aumento delle richieste di accesso alla PMA da parte delle donne, in quanto la platea potenzialmente interessata risulta ampliata;
• la vigente DGR n. 61 del 16 gennaio 2015 della Regione Friuli Venezia Giulia prevede ancora un limite massimo di 43 anni per l’accesso alle tecniche di PMA, rendendosi quindi necessaria una revisione e un aggiornamento della normativa regionale in coerenza con il quadro nazionale attuale;
EVIDENZIATO che:
• la presenza di soli tre centri pubblici effettivamente operativi su scala regionale non appare, quindi, sufficiente per far fronte al presumibile incremento delle richieste derivante dall’ampliamento dei LEA;
• In particolare, è necessario garantire gli stessi tempi di attesa per accedere alle tecniche PMA sia nel pubblico che nei centri privati, al fine di mantenere l’uguaglianza nell’accesso ai trattamenti specialmente a tutela delle coppie economicamente più fragili;
• La Regione Friuli Venezia Giulia presenta uno dei tassi di natalità più bassi d’Italia, e l’Italia nel suo complesso si colloca ai livelli più bassi in Europa per tasso di fertilità (Fonte: ISTAT e Eurostat);
• Promuovere e sostenere l’accesso equo e tempestivo alla PMA è, pertanto, anche una priorità sociale e demografica;
RICORDATO che:
• l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), nella pubblicazione “PMA: dati, criticità, prospettive” (ISS, Rapporto 22/2023), sottolinea come “l’adeguamento tecnologico, organizzativo e logistico dei centri pubblici risulti essenziale per rispondere all’aumentata domanda, per garantire livelli omogenei di qualità delle cure, e per evitare la migrazione sanitaria interna ed esterna”;
• Sempre secondo l’ISS, “il potenziamento del personale medico, biologico e infermieristico dedicato alla PMA deve accompagnarsi a una riorganizzazione dei percorsi assistenziali, incluso il counseling psicologico pre e post trattamento”;
RILEVATO inoltre che:
• diverse Regioni (quali Emilia-Romagna, Toscana e Lazio) hanno già deliberato piani regionali di rafforzamento dei servizi di PMA, stanziando risorse per il potenziamento delle strutture pubbliche, la formazione del personale e l’acquisto di tecnologie diagnostiche e terapeutiche aggiornate;
• È compito delle istituzioni regionali garantire equità di accesso, omogeneità dei servizi e tempi congrui di erogazione delle prestazioni sanitarie, soprattutto in un ambito ad alta complessità clinica e ad alto impatto emotivo quale quello della PMA;
Tutto ciò premesso, IMPEGNA la Giunta regionale a:
1. attivarsi con urgenza per procedere a una mappatura dettagliata delle strutture pubbliche deputate alla PMA in Friuli Venezia Giulia, rilevandone i fabbisogni in termini di personale medico e tecnico, apparecchiature, spazi e risorse;
2. avviare un piano straordinario di potenziamento dell’offerta pubblica di PMA, finalizzato a:
• Ridurre i tempi di attesa;
• Garantire omogeneità territoriale nell’accesso alle prestazioni;
• Rafforzare l’attrattività del servizio pubblico anche rispetto all’offerta privata;
3. potenziare le dotazioni strutturali, tecnologiche e organizzative dei centri pubblici esistenti e, ove necessario, ad attivarne di nuovi, tenuto conto della distribuzione geografica e della densità della popolazione regionale;
4. adottare iniziative per la formazione e l’aggiornamento continuo del personale sanitario dedicato alla PMA, anche attraverso la collaborazione con centri di ricerca, università e istituzioni scientifiche nazionali;
5. attivare campagne di informazione e sensibilizzazione pubblica, con particolare attenzione all’educazione alla fertilità, ai percorsi di diagnosi precoce e alle opportunità offerte dalla PMA nel contesto del SSN;
6. relazionare annualmente alla Commissione consiliare competente sullo stato di attuazione delle presenti misure e sull’andamento della domanda e dell’offerta di servizi di PMA nel sistema sanitario regionale.
Presentata alla Presidenza il giorno 25.06.2025
2732 - CEL Mozione PMA 25_06_25