Trieste, 12.12.25 – «Dopo aver insistito per anni sulla necessità di intervenire sul tema della natalità vediamo che questa è diventata una priorità anche per la maggioranza. Ma i bonus non bastano, possono forse garantire un consenso immediato, ma non cambiano le cose. Quello che avremmo dovuto fare sarebbe stato di accelerare sulla costruzione di un sistema universalistico di servizi e di promuovere il concetto di genitorialità condivisa». Lo afferma la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) a margine del dibattito sull’emendamento Jolly della Giunta regionale alla legge di Stabilità 2026.
«Bisogna inoltre promuovere il concetto di genitorialità, perché è sbagliato continuare a pensare che il problema della denatalità sia solo delle donne. E se i figli si fanno tardi è perché troppo tardi si raggiunge la stabilità lavorativa, stipendi adeguati, e si può disporre di una casa (grande problema sul quale la giunta sta intervenendo davvero troppo poco)».
Secondo Celotti «è necessario intervenire prioritariamente su questi aspetti, attraverso politiche strutturali e servizi di welfare. Per questo – spiega – il nostro emendamento proponeva di stanziare 100 milioni per un piano straordinario di finanziamento per l’attivazione e il potenziamento di servizi quali asili nido, servizi di integrazione dell’orario scolastico, centri estivi».
E ancora, aggiunge Celotti, «non siamo contrari alle misure di sostegno economico, ma queste devono essere un aiuto strutturale, non un semplice premio per la maternità, della durata di un anno e per giunta differenziato sull’età, devono promuovere una gestione condivisa della genitorialità e dei compiti di cura e devono essere accompagnate da un piano strutturale di servizi. Il compito della politica è di promuovere un cambiamento culturale assolutamente necessario per promuovere una vera parità di genere e attraverso di questa una maggiore occupazione femminile e pari opportunità di lavoro e di vita. La Spagna, ad esempio, lo sta facendo attraverso i congedi parentali paritari, e ha ottenuto una ripresa della natalità e una maggiore occupazione femminile». Quindi, conclude, «restano forti perplessità per questa misura, che forse potrà sembrare un aiuto nell’immediato, ma sulla cui efficacia ho molti dubbi perché francamente non credo che 3.000 o 6.000 euro a seconda dell’età e una tantum determineranno la scelta di fare o meno dei figli. Staremo a vedere i risultati, che rispetto ad altre misure lanciate come “jolly di Natale” non sono stati per nulla entusiasmanti. Basti pensare alle sole 600 domande di abbattimento mutuo alla nascita del terzo figlio».


