Assestamento bis: Martines (Pd), cresce insoddisfazione verso sanità

Pubblicato il martedì 15 Ott 2024

 

Trieste, 15.10.24 – «L’assestamento bis ci pone paradossalmente in una situazione in cui, in particolare nel sistema sanitario all’aumentare delle risorse, aumenta l’insoddisfazione dei cittadini». Lo afferma il consigliere regionale Francesco Martines (Pd), intervenendo nel dibattito sul ddl 26 “Assestamento bis”.

«L’impressione generale su questa manovra è che si stia drogando il sistema pubblico e privato attraverso l’immissione di ingenti risorse (solo un miliardo e seicento milioni negli ultimi 4 mesi), che in alcune situazioni vengono spesi anche per opere inutili che in futuro non sapremo neanche come gestire» afferma Martines ricordando che «rispetto al totale, gran parte delle risorse vanno alla Sanità per coprire perdite che ci attendiamo a fine anno, 60 milioni vanno alle attività economiche. A fronte di questo non ci sono risorse per il sociale e nemmeno un euro per incentivare le Comunità di Comuni, che non stanno decollando e che quindi non permettono agli enti locali di aggregarsi e tentare di spendere le grandi risorse (tra i 700 e gli 800 milioni) che sono state allocate nei Comuni, nei consorzi, negli Edr e che non creano ricchezza, posti di lavoro, redditi e pil».

Il tema però su cui si concentra maggiormente Martines riguarda le risorse destinate alla sanità, «il che potrebbe far pensare che il nostro sistema sanitario regionale così attenzionato dovrebbe funzionare al meglio massimo e invece non è proprio così».

«Dami media apprendiamo di un’indagine a livello nazionale dove si dimostra che la prima preoccupazione dei cittadini sia quella della sanità e si capisce che questa preoccupazione è confermata da un’altra indagine della Fondazione Gimbe sulla sanità italiana, la quale conferma che i problemi sono le lunghe liste d’attesa, l’intasamento dei pronto soccorso, l’incremento dell’incidenza della sanità privata, l’aumento delle persone che non si curano perché non trovano risposte dal servizio pubblico e non hanno soldi per pagarsi il privato. E ancora l’aumento dei costi a carico delle famiglie per la sanità privata, la carenza dei medici di base, la fuga di medici e infermieri, la poca attrattività del posto del lavoro in sanità».

Questi, secondo Martines, «sono gli stessi problemi che abbiamo in Fvg, con un’unica differenza: in Italia dedichiamo sempre meno risorse rispetto alla media europea (52 miliardi in meno), spendiamo sempre meno su base annua per persona (2.473 euro, contro i 3.644 euro della Francia e 4.504 euro della Germania), e l’insoddisfazione della gente ha un motivo reale, mentre in questa regione dove abbiamo un Ssr che ci autofinanziamo. ogni anno ci mettiamo sempre più risorse sia in finanziaria (l’anno scorso 250 milioni in più per mettere in sicurezza il sistema), adesso altri 150 milioni e chissà quanti ne dovremo mettere a fine anno nella nuova finanziaria. Tutto ciò per avere una situazione di insoddisfazione dei cittadini friulgiuliani, al pari di tutti gli altri cittadini che vivono in altre regioni. Questo confronto stride e richiede finalmente un ragionamento serio su temi trascurati quali la gestione, l’organizzazione delle aziende, la governance, il controllo di gestione, la scelta dei manager, il dimensionamento delle aziende, la ripartizione di risorse in aumento verso la prevenzione e l’assistenza territoriale». Infine, conclude Martines, «per la responsabilità che abbiamo tutti noi consiglieri regionali, ci auguriamo che l’annunciata da ormai un anno riorganizzazione del sistema, che la maggioranza già conosce, diventi patrimonio del Consiglio regionale, per capire in che direzione si vuol portare la sanità regionale e se ci sono idee chiare su come dare risposte alla evidente e conclamata insoddisfazione della gente».

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