PD: Approvata a larga maggioranza la mozione sul CIE di Gradisca

La mozione affronta le condizioni delle persone lì trattenute e quelle degli operatori

Dopo alcune visite condotte a più riprese da diversi consiglieri regionali presso il Centro di identificazione ed espulsione di Gradisca, il gruppo del PD ha predisposto una mozione che è stata discussa e approvata oggi in Consiglio regionale. La mozione è stata sottoscritta anche dai consiglieri di Sel Pustetto e Lauri e dai consiglieri Edera e Gregoris dei Cittadini.
La mozione affronta le condizioni delle persone lì trattenute e quelle di chi opera nel Cie. Le prime, ormai tristemente note in seguito alle numerose proteste che si sono susseguite soprattutto nel mese di agosto, sono risultate inaccettabili dal punto di vista dei diritti fondamentali delle persone; le seconde hanno rivelato ritmi e condizioni di lavoro per chi opera all’interno della struttura che non possono garantire la sicurezza né per gli operatori, né per gli immigrati. Tempi di permanenza estremamente lunghi, fino a 18 mesi, in contrasto con le norme europee, condizioni igienico sanitarie precarie, uso di psicofarmaci per il controllo delle persone, sono solo alcuni dei punti toccati dalla mozione che illustra la situazione in maniera molto approfondita. Dall’altro versante le denunce del sindacato di polizia che vedono scarsamente tutelato il loro lavoro e sono palesemente in difficoltà ogni qual volta si presentino tentativi di fuga e di ribellione.
<<Dalle nostre ispezioni e dalle segnalazioni ufficiali provenienti sia da chi ha recentemente visitato la struttura – interviene così il consigliere Codega in aula – possiamo a ragion veduta sostenere la completa mancanza di tutela dei diritti all’interno del Cie di Gradisca per i “detenuti”: abbiamo visto le persone rinchiuse in gabbie di 7 metri per 7. Vere gabbie come allo zoo per tenere sotto controllo persone in attesa di un’identificazione che il più delle volte non arriva, se non c’è già dopo i primi 30 giorni. Infatti dopo i 18 mesi di detenzione in una struttura, che non è un carcere, queste persone vengono mandate fuori. Non ci sono neppure le condizioni di sicurezza per le forze dell’ordine che operano all’interno.>> Sulla mozione è intervenuto anche il capogruppo Shaurli citando il poeta friulano Leonardo Zanier: << Libars di scugni là voleva dire, per i friulani costretti ad emigrare, esattamente quello che vuol dire oggi per queste persone, costrette a partire per sopravvivere. Le baracche di Marcinelle non erano diverse, bollenti d’estate e ghiacciate d’inverno…O quel centro cambia, oppure questa Regione lo chiude>>,  conclude Shaurli. Sulla reale efficacia del Cie insiste la consigliera Cremaschi che ritiene sprecati i soldi spesi per un Centro che non garantisce nessuno, né i trattenuti, né le forze dell’ordine, né i cittadini. Di fronte ad una situazione simile i firmatari chiedono una modifica delle condizioni dei trattenuti o la chiusura del Cie, definito più volte in Aula come il peggiore d’Italia. La Giunta ha fatto propria la mozione e si è impegnata fin da subito al miglioramento delle condizioni igienico sanitarie all’interno del Cie. Ha comunicato anche di aver avviato l’iter per una verifica a livello nazionale delle condizioni della struttura e dell’opportunità di rivedere la disciplina in materia di immigrazione.